Telescopio Universitario
UNITrento, un focus sul Federalismo nella Grecia antica: al via le conferenze

Il confine e la convivenza fra popoli separati da un confine, o viceversa tenuti insieme da un confine, è da secoli al centro della riflessione storica, sociologica e politologica.
Un progetto di ricerca UniTrento vincitore di un grant assegnato dall’European Research Council a Elena Franchi, professoressa del Dipartimento di Lettere e Filosofia di UniTrento, riprende ora questo filone di indagine storiografica.
Il progetto “FeBo: Federalism and Border Management in Greek Antiquity” s’interroga sui fattori capaci di favorire una pacifica convivenza, interna ed esterna, nell’antichità come nel mondo contemporaneo.
Lo scopo è dimostrare come gli stati federali greci abbiano implementato precise politiche di gestione delle frontiere oppure sviluppato una particolare cultura politica di gestione dei confini; che l’obiettivo non fosse la risoluzione definitiva dei conflitti, ma piuttosto il mantenimento di un equilibrio tra competizione e conflitto volto alla stabilità; che, per avere successo, la gestione dei confine doveva tenere conto delle reti economiche, etniche, sportive, culturali e religiose che ignoravano le frontiere politiche, ovvero doveva esistere una cultura politica multilivello di gestione delle frontiere.
FeBo proporrà nei prossimi tre anni due distinte serie di webinar (i “FeBinars”) dedicate rispettivamente alla gestione dei confini interni e alla gestione dei confini esterni da parte delle organizzazioni federali.
L’inaugurazione di entrambi i cicli sarà però in presenza, martedì 7 marzo alle 18 a Palazzo Prodi, con un incontro sulla “Cooperazione e competizione tra le polis: il caso della Beozia meridionale”. A parlarne sarà Hans Beck, docente di Storia antica all’Università di Münster.
Beck ha indagato in profondità l’ambiente della valle di Asopos, una regione a pochi chilometri dall’Attica che esercitava un’attrazione mitopoietica sull’ethnos dei Boioti. In apertura, gli interventi della prorettrice alla Ricerca, Francesca Demichelis, del direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Marco Gozzi, di Elena Franchi, principal investigator del progetto.
Il dilemma della “federazione per la pace” ha dominato gli studi sul federalismo e ha attraversato l’Europa del secondo dopoguerra, la guerra fredda e la nascente Unione europea. La federazione per la pace è stata la speranza a cui molti si sono aggrappati di fronte allo sgretolamento delle nazioni, ai drammi dei conflitti etnici e alla sfida dei conflitti religiosi. Qualcosa doveva esistere per mantenere le nazioni unite in pace. Quel qualcosa sembrava essere il federalismo.
Già all’indomani della fondazione della Società delle Nazioni, nel 1919, storici come Arthur E.R. Boak si chiedevano se esistessero nell’antichità istituzioni simili. Boak fu il primo a prendere in esame sia gli antichi stati federali, sia le forme sovrastatali in senso lato, come le simmachie egemoniche, le leghe elleniche, le anfizionie. L’obiettivo era capire se queste forme di federazione potessero essere considerate a tutti gli effetti precursori della Società delle Nazioni. Gli studi di Boak furono ripresi qualche anno dopo da Jakob A.O. Larsen. Larsen scriveva nel 1944, mentre il mondo era devastato dalla guerra e cercava una via d’uscita.
Come seguire l’evento:
L’evento può essere seguito in presenza a Palazzo Paolo Prodi (Trento – Via Tommaso Gar, 14), oppure via Zoom. Per seguire l’evento in streaming è necessario prenotarsi entro le ore 12 di martedì 7 seguendo le indicazioni a questo link: https://webmagazine.unitn.it/node/115478
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