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Trento

Occupazione abusiva Cognola: dopo il danno arriva anche la beffa

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Per il proprietario dell’immobile occupato abusivamente a Cognola dopo il danno arriva anche la beffa. Infatti per liberare l’appartamento dovrà fare regolare denuncia alle forze dell’ordine per occupazione abusiva.

Questo significa che i tempi si allungheranno anche di 12 mesi, durante i quali la coppia proveniente dal meridione potrà rimanere dentro l’appartamento senza pagare l’affitto.

Senza parlare delle spese legali che dovrà pagare per rientrare in possesso della sua abitazione. «Mi hanno detto con umiltà che abbandoneranno la casa prima possibile – osserva il proprietario – ma io non mi fido più, dicono una cosa e ne fanno un’altra. È stato sospeso il gas dalla centralina della cantina, ma loro sono scesi forzando la finestra e se la sono riattaccata».

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A nulla è valsa nemmeno la richiesta d’intervento nei confronti di Dolimiti Energia al quale era stato chiesto di sospendere la fornitura di gas e luce. «Mi hanno risposto – spiega sconsolato il proprietario – che il contratto è a nome loro e che quindi se non c’è morosità non può essere sospeso. Incredibile».

Secondo il proprietario il ricorso ad una nuova denuncia per occupazione abusiva è atto dovuto per colpa della riforma della legge Cartabia. Ma in tal senso, la proposta di legge integra le disposizioni dell’articolo 614 c.p., relativo alla violazione di domicilio, e degli articoli 380 e 381 c.p.p., in modo da consentire l’arresto in flagranza e maggiori tutele in fase di applicazione del novellato articolo 614, integrato con la presente proposta di legge da fattispecie più puntuali, tali da permettere un’esecuzione della pena congrua al reato effettivamente commesso ed al danno apportato al cittadino proprietario di immobile. Da capire come mai questa misura non sia stata adottata. 

Come riportato nel precedente articolo una coppia di mezza età, sui 50 anni, aveva affittato l’appartamento con regolare contratto da una famiglia di imprenditori trentini piuttosto nota. Dentro la casa vivevano in due, marito e moglie, che ogni tanto ricevevano la visita dei figli ormai grandi.

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Il contratto alla sua naturale scadenza non viene rinnovato dal proprietario. All’arrivo della raccomandata che certifica appunto il mancato rinnovo la coppia comincia a non pagare più l’affitto.

Per imporre ai due l’abbandono dell’immobile comincia la trafila giudiziaria e legale finchè arrivano il giorno del fatidico sfratto giudiziario.

L’ufficiale giudiziario si presenta alle 9 del mattino insieme al proprietario, la coppia non è in casa ed allora entra in azione il fabbro che dopo aver forzato la porta cambia la serratura.

La coppia verso le 21.00 rincasa e capisce subito che non può più entrare. Telefona al proprietario chiedendo di entrare almeno per prendere i medicinali salva vita. Il proprietario arriva sul posto e li fa entrare.

Un errore che paga caro. Infatti i due appena dentro la casa spingono fuori il proprietario occupando nuovamente e abusivamente la casa. Arrivano nuovamente i Carabinieri che non hanno potuto fare altro che redigere un verbale per occupazione abusiva.

 

 

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