Trento
Claudio Buriani «quasi» d’accordo con Claudio Cia: «Strutture ospedaliere obsolete, privato meglio che il pubblico»

Egregio direttore
rispondo alla nota del consigliere provinciale Cia, che partiva dalla impropria prassi di collocare in maniera promiscua uomini e donne in degenza e si allargava in una diffusa critica alla situazione ospedaliera provinciale.
Abbiamo in effetti grossi problemi, noi come tutto il Paese (in primis la mancanza di medici e le conseguenze a seguire), è vero che vi è stata nel tempo una riduzione dei posti letto negli ospedali, in Trentino come ovunque, ma è anche vero che la nostra dotazione di letti in condizioni normali è sempre stata adeguata al bisogno, anche superiore a quella prevista a livello nazionale e, prima del disastro covid, mai vi sono stati problemi di ricovero.
Difficile il confronto con altre realtà, si rischia di confrontare pere con mele (in Germania 8 letti x 1.000 abitanti, ma in Svezia 2,4 x 1.000 abitanti).
Il calo dei letti discende comunque dai profondi cambiamenti delle cure ospedaliere: ricoveri brevi e brevissimi, elevato turn over e conseguente rilevante impegno assistenziale (il personale è aumentato e non calato con i posti letto!).
Le strutture dei nostri ospedali sono in alcuni casi obsolete (Trento e Cavalese in primis), nascono ai tempi di livelli di comfort assai più modesti, molti interventi di adeguamento sono stati fatti, ma gli spazi sono quelli che sono e se non si riesce a costruire il nuovo non si può pretendere di più.
In occasione del covid vi sono state situazioni assai spiacevoli, ma era un evento eccezionale e le strutture non adeguate alla bisogna. Certo ci fu una interruzione quasi totale delle cure programmate!
La flessibilità va a farsi benedire in camere a sei o quattro letti senza bagno! Allargando il campo visuale, dobbiamo però ricordare, fatto da non disgiungere dalla disponibilità di letti ospedalieri, che la nostra Provincia dispone di una dotazione imponente di strutture per anziani (oltre 5.000 letti nelle rsa, il doppio rispetto alle regioni del Nord) e che in Trentino il costo del ricovero è pagato dalla Provincia in quota maggiore rispetto alle regioni ricche (oltre il 60%).
Per concludere va benissimo aumentare tutto, ma poi dobbiamo avere risorse economiche e risorse umane (!) per mantenere tutto ciò. Non poco. Cominciamo con il costruire le nuove strutture.
Condivido comunque la considerazione che la capacità di manovra del privato è assai superiore a quella del pubblico, appesantito da vincoli burocratici, tempi lunghi ed assenza di strategia.
Claudio Buriani (già direttore sanitario aziendale)
Potete inviare le email al direttore da inserire nella rubrica «io la penso così» scrivendo a: [email protected] – (La vostra opinione conta, sempre…)
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