Italia ed estero
Via libera all’autonomia differenziata, le regioni sono però divise. Meloni: «Promessa mantenuta in 100 giorni»
Le regiorni del nord sostengono tutte il provvedimento, quelle del sud lo criticano

Approvato in Consiglio dei ministri ieri sera il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. L’approvazione è avvenuta fra gli applausi.
Al testo sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera ai Ministeri.”Con il disegno di legge quadro sull’autonomia puntiamo a costruire un’Italia più unita, più forte e più coesa. Il Governo avvia un percorso per superare i divari che oggi esistono tra i territori e garantire a tutti i cittadini, e in ogni parte d’Italia, gli stessi diritti e lo stesso livello di servizi. Abbiamo mantenuto la promessa in 100 giorni di governo” – dichiara la premier Giorgia Meloni.
Si dividono invece i governatori delle Regioni. Da una parte chi, come Bonaccini, De Luca ed Emiliano, criticano aspramente il disegno di legge; dall’altra altri presidenti, come Fontana, Zaia, Cirio e Tesei, che sostengono l’iniziativa del ministro Calderoli.
Secondo il ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere. Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i “ritocchi” decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri – pare anche su input di Giorgia Meloni – si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in Aula.
Finanziare Lep prima di dare funzioni a Regioni. Se dalla determinazione dei Lep derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni possono essere trasferite dallo Stato alla Regione “solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica”. È quanto prevede il ddl sull’Autonomia differenziata approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di una specificazione che non era prevista nella bozza del testo diramata lunedì sera.
Autonomia:a Camere 60 giorni per atti di indirizzo su intese. Sullo schema di intesa preliminare fra Stato e Regione, dopo il parere della Conferenza unificata o comunque entro 30 giorni, le Camere hanno 60 giorni “per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo”, udito il presidente della Giunta regionale. Lo prevede il disegno di legge sull’Autonomia differenziata approvato dal Consiglio dei ministri.
Per Lep ricognizione spesa storica dello Stato nella Regione. La ricognizione della cabina di regia sui Lep “dovrà estendersi alla spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio, sostenuta dallo Stato sul territorio di ogni Regione, per ciascuna propria funzione amministrativa”. Lo chiarisce la relazione illustrativa del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, approvato dal Consiglio dei ministri. La cabina di regia entro un anno “predisporrà uno o più” decreti del presidente del Consiglio dei ministri “recanti, anche distintamente tra le 23 materie, la determinazione dei LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard”.
Le intese durano fino a 10 anni: possono essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno. È il rischio che vuole evitare la premier. “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”, ha detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni.gni anno 200mila cittadini raggiungono la Lombardia da altre Regioni per interventi chirurgici. Quindi, dobbiamo garantire a tutti una sanità di assoluta qualità”.
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