Trento
Crollo iscritti nelle scuole d’infanzia trentine: ieri la discussione del ddl «Zerosei»

In Quinta commissione, presieduta da Mara Dalzocchio (Lega), si è discusso ieri a lungo sul ddl n. 135 di Vanessa Masè che riguarda l’integrazione tra nidi e scuole d’infanzia, quello che viene chiamato “zerosei”.
La consigliera della Civica, intervenendo sulla sua proposta, ha prima di tutto, tracciato il quadro delle scuole infanzia in Trentino che nel passato sono arrivate a ospitare 19 mila iscritti, contro i 12.700 attuali e che nell’anno scolastico 2023 – 2024 si ridurranno a 12.300.
Un calo evidente, di fronte al quale permane la volontà di mantenere il più possibile i servizi d’infanzia sul territorio. Ma, ha ricordato Masè, non si può dimenticare che perdendo 20 sessioni all’anno si rischia di perdere 60 insegnanti. Nei nidi, invece, i posti sono oggi 3800 e con gli investimenti del Pnrr si potranno avere in 5 anni altri 500 posti in più. Un salto in avanti, certo, che però non basta.
Vanessa Masè ha poi respinto la critica delle opposizioni sul fatto che nel suo ddl mancherebbe un disegno pedagogico. Invece, ha affermato, molti sono i passaggi dedicati ai criteri educativi.
Ma gli indirizzi pedagogici, ha sottolineato, non li deve dare la legge: questi spettano alle linee guida. Cioè agli atti successivi che non vengono decisi dalla politica che è chiamata a tracciare il quadro, ma non i contenuti educativi. Quadro istituzionale che, partendo dalle esperienze che stanno avanzando sul territorio, la proposta legislativa cerca di dare.
Quindi, non si tratta di una deregolamentazione, come è stato affermato dall’opposizione, tutt’altro. Perché la deregolamentazione è quella che c’è oggi. E comunque vada questo ddl, ha aggiunto la consigliera della Civica, si dovrà comunque ad avere una legge di fronte a una crescita che cresce in tutto il Trentino.
Anche a Trento, a Sardagna, ha ricordato, si sta progettando con l’assenso del Comune lo “zerosei”. Quindi, senza quadro normativo ci sarà davvero un salto nel buio, perché la Pat non potrà coordinare questo servizio.
Il ddl, ha detto ancora, non prevede che i bambini vengano messi in classi comuni: il personale dei nidi seguirà sempre i più piccoli e le maestre delle materne i più grandi. Ma un degli obiettivi principali è l’inserimento a pieno titolo dello “zerosei” nel percorso scolastico. In questa logica di espansione dell’offerta educativa e formativa, ha aggiunto la consigliera, non ha senso investire due milioni di euro per costruire nuovi edifici quando, con 500 mila euro, si possono recuperare spazi in strutture delle scuole d’infanzia già capillarmente presenti.
Ma quello economico, ha detto ancora, non è il primo obiettivo del ddl anche se la necessità di razionalizzare le risorse, per dare continuità al servizio, è evidente. Infine, la consigliera ha affermato che il no al ddl, significa non capire cosa sta accadendo nella realtà sociale. La proposta, ha detto ancora Masè, insiste sul monitoraggio e la valutazione dei progetti.
Il tavolo istituzionale, inoltre, prevede la partecipazione degli interessati, ma questo può accadere solo nell’ambito di una norma. Una legge quadro che non obbliga però i comuni a fare scelte su dove collocare lo “zerosei”.
Insomma, non si impone nulla a nessuno, tanto meno alle insegnanti, ma si offre un modello istituzionale per un servizio parallelo alle legge 13 e alle legge 4. Non si parla nel ddl di accorpamenti, ma di integrazione dei servizi. Quindi, ha concluso la consigliera chiedendo cautela, parlare di chiusure di scuole è pericoloso perché rischia di delegittimare l’istituzione scuola.
Vanessa Masè ha poi presentato gli emendamenti. Uno dei quali, ribadisce il concetto di progressività di applicazione dello “zerosei” e se ne specificano i contenuti, definendo con precisione i contorni dell’incontro e dei percorsi comuni dei bambini. Con l’obiettivo di abbattere la cesura netta oggi esistente tra nido e scuola dell’infanzia, che pone spesso problemi alla continuità educativa.
Particolare attenzione viene posta sulla necessità di mantenere i servizi anche nelle valli. Masè ha proposto un altro emendamento che riguarda le scuole a rischio di chiusura che potrebbero avere un’opportunità, seppur eccezionale, prevedendo la “coabitazione” di insegnanti e bambini dai zero ai sei anni. Ma questo, ha sottolineato, non rappresenta il cuneo per dire che le maestre della scuola d’infanzia dovranno occuparsi di tutto e tutti.
Altri emendamenti approfondiscono il coordinamento tra i progetti e favoriscono l’osmosi con le associazioni del territorio e le scuole. Altro tema, la collaborazione tra enti pubblici e gestori privati con la centralità dei comuni che potranno stipulare convenzioni, come sta già accadendo in alcune zone, per realizzare lo “zerosei”.
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