Politica
Coraggio Italia, Job: «È auspicabile quanto prima un incontro con Fratelli d’Italia»

Tempo di strategie, nuove dinamiche e nuovi assetti politici nella provincia autonoma di Trento. Per ora siamo solo alle scaramucce, ma dopo le elezioni provinciali di Lazio e Lombardia, dove ormai la vittoria del centro destra è certa, si farà tremendamente sul serio.
La Lega punta i piedi proponendo come candidato presidente per un secondo possibile mandato Maurizio Fugatti, ma Fratelli d’Italia tira diritto e indica in Francesca Gerosa il prossimo governatore del Trentino. Per ora il PATT sta a guardare, anche se i rumors parlano di un approccio negli scorsi giorni con Fratelli d’Italia.
Il segretario della Lega Diego Binelli invoca la democrazia sostenendo che se quasi tutti i partiti vogliono Fugatti come candidato anche gli altri dovrebbero piegarsi.
Forse però il segretario del carroccio ha perso completamente la “Tresibonda” dimenticando che la democrazia premia (come è giusto) il consenso nei voti e non dei partiti. In proposito quindi Fratelli d’Italia, che da solo raggiunge più voti di tutti gli altri messi insieme, avrebbe il sacro santo diritto di governare come fece la Lega nel 2018 in virtù del grande consenso ottenuto. Una democrazia invocata a tempo quindi, secondo convenienza e opportunismo, che denota estrema debolezza e pochi contenuti.
Alla scarsa conoscenza del termine Democrazia da parte di Binelli arriva la replica di Alessandro Urzì che forte appunto di questo consenso da Roma dichiara: «Noi abbiamo puntato su Francesca Gerosa, e andremo fino in fondo».
In mezzo a questi protagonsiti citati sopra ci sono i moderati che fanno capo a «Coraggio Italia» che in consiglio provinciale è rappresentato da Ivano Job, fuori uscito dalla Lega. Fino ad ora però la parte moderata da tanti invocata nelle precedenti campagne elettorali è stata completamente dimenticata.
«Noi come Coraggio Italia prendiamo atto dell’ennesima dimenticanza da parte della coalizione di centro destra che non ci ha invitati nemmeno all’ultimo incontro» – esordisce sconsolato Ivano Job, rimarcando che il gruppo di moderati, all’interno di provincia, Regione e in parlamento è il quarto partito in assoluto.
Secondo lei come mai questo nervosismo all’interno del centro destra?
«È sempre stato così, fa parte della politica, anzi, più ci sono problemi che poi si risolvono maggiormente la coalizione diventa coesa. A volte i problemi possono diventare propedeuici per tutti. Oggi con l’esposione di Fratelli d’Italia vero è che le dinamiche e gli assetti sono cambiati. Credo che tutti ne dobbiamo prendere atto».
Vi state confrontando con qualcuno in questo momento?
«Per il momento ci stiamo concentrando sul programma per la campagna elettoriale, vogliamo costruire una squadra forte e preparata Ci sono stati degli incontri con persone dei partiti di centro destra e nei prossimi giorni ci saranno altre interlocuzioni. Noi comunque siamo sempre disponibili. L’impegno di Coraggio Italia non è di fuggire dalle responsabilità. Se si trova un accordo va bene, se no andrermo da soli senza nessun problema. Noi non siamo interessati alla “careghe” ma ad una nuova visione politica del Trentino».
Vi auspicate a breve un incontro con Fratelli d’Italia?
«Non uno, ma tutti quelli che servono con Fratelli d’Ittalia, ma anche con tutti gli altri partiti di centro destra. Sono uno dei politici più anziani del consiglio provinciale, nei momenti difficili si deve mantenere la calma. Il centro destra non può permettersi di sbagliare se non vuole consegnare il Trentino alla sinistra».
Si sente di dare un giudizio sulla Giunta dopo oltre 4 anni di governo?
«In 4 anni di amministrazione ci sono stati momenti di tensione, ma è normale credo. Il mio voto è un mix, tra l’alto per le difficoltà esterne che ci sono state, e basso per delle scelte che non ho condiviso, ma la politica non è fatta dai soggetti ma dai partiti politici e dalle visioni che hanno della società. Il mio voto alla giunta è comunque sufficiente».
Su quali punti programmatici punterà Coraggio Italia durante la campagna elettorale?
«In primis sulla valorizzazione delle risorse umane, a partire dagli operatori ecologici per finire fino ai chirurghi. Su questo tema infatti credo che ci siamo un pochino persi. Poi va fatta una rivalutazione e una valorizzazione del territorio, non è possibile avere gli alberghi prenotati e nessun risorsa che ci lavora. E poi le dinamiche del risparmio e qui si apre un mondo: dalle famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese, alle imprese, al mondo del credito che va riformato in parte e che deve essere un sostegno alla società».
C’è un settore sul quale c’è da intervenire in modo veloce e deciso?
«Senza dubbio sulla sanità, è sotto gli occhi di tutti. E poi sull’ambiente, in entrambi i casi vanno rivisti i paradigmi e subito».
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