Trento
No al “condono” da parte di Ianeselli, alzata di scudi del centrodestra: «Solo posizione ideologica che rinuncia ai crediti»

Il Comune di Trento, come quello di Rovereto, conferma il “no” al condono sulle quote di interesse maturate su multe e sanzioni amministrative eseguite e non pagate dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
La proposta sarà messa ai voti nella seduta del consiglio comunale domani, martedì 31 gennaio, e a meno di clamorose novità non seguirà quella governo Meloni che chiedeva ai comuni di effettuare i condoni. Le posizioni da stralciare sono circa 4.300 per l’ammontare di una cifra di 270mila euro di interesse a fronte di un capitale dovuto di 1.311.764 euro. Quasi il 90% della cifra era relativa ad infrazioni del codice della strada, la rimanenza riguarda concessioni, rette dei nidi, delle scuole materne e occupazione del suolo pubblico.
Ad alzare gli scudi sono le opposizioni comunali con Fratelli d’Italia, la Lega e Trento unita che in una nota spiegano che la misura del Governo pare adeguata, «e lo ribadiremo con forza in Aula domani, da un punto di vista economico, per incentivare i debitori delle pubbliche amministrazioni, i quali, qualora provvedessero a pagare il loro debito in conto capitale, si vedrebbero unicamente abbuonata la quota di interessi».
La scelta del Governo appare andare nella direzione di una realpolitik, in grado di far incassare alle amministrazioni locali alcune somme, integralmente la quota capitale, piuttosto che il nulla fatto negli ultimi 15 anni.
«Pare assurda e non condivisibile la posizione politica e ideologica di una Giunta di sinistra che, in nome di una supposta eguaglianza, rinuncia a recuperare i propri crediti, si tratta comunque di circa 1,3 milioni di euro, che potrebbero essere molto utili ai concittadini. Le sanzioni, se ricevute e legittime, vanno ovviamente pagate immediatamente» – aggiungono le opposizioni
E ancora: «Il nostro sostegno alla posizione del Governo e la nostra contrarietà alla decisione della Giunta Ianeselli deriva unicamente da un ragionamento economico basilare: meglio recuperare integralmente il capitale, che provare a recuperare sia il capitale che gli interessi e continuare con il buco nell’acqua. Si evidenzia come precedenti Governi, di altro colore politico, abbiano assunto decisioni molto più drastiche, vedasi il governo Renzi, annullando molte sanzioni amministrative, non consentendo nessun tipo di discrezionalità agli enti locali, in ordine all’attuazione di tale provvedimento».
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