Italia ed estero
Attentati anarchici, Giorgia Meloni: non scendiamo a patti con chi minaccia

«Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino – riporta una nota di palazzo Chigi – le violenze di piazza a Roma, Trento e Rovereto, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato : azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia».
Contro le frange anarchiche Giorgia Meloni ha spiegato che ci sarà la linea dura anche un r in virtù di un rapporto riservato dell’antiterrorismo nel quale si dice che ci si attende un intensificare delle azioni anarchiche da qui al 7 marzo, data nella quale si terrà in Cassazione l’udienza nella quale si discuterà della conferma del 41 bis per Cospito. Si temono azioni non solo anche contro le persone.
Da qui la stretta perché si temono azioni (condotte da gruppi della galassia anarchica in primis greci, spagnoli e tedeschi) sia contro le ambasciate che contro magistrati e contro direttori e operatori delle carceri.
Significativa, osservano gli addetti ai lavori, la busta con proiettile indirizzata al procuratore generale Francesco Saluzzo, che sostiene l’accusa nel processo d’appello bis a Cospito, e quella con all’interno un proiettile e minacce ai magistrati recapitata al direttore del Tirreno, nella quale si afferma: «Se Alfredo muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere».
«Lo Stato non si lascerà mai intimidire e condizionare da queste azioni del tutto inaccettabili, nella convinzione che nessuna rivendicazione o proposta possa essere presa in considerazione se viene portata avanti col ricorso a questi metodi, ancor più se rivolti contro le forze dell’ordine». Così il ministro dell’Interno, Matteo PIantedosi, sui disordini a Roma ad opera di gruppi anarchici. «Esprimo – aggiunge – la mia solidarietà alle donne e agli uomini in divisa che con grande professionalità e spirito di sacrificio fronteggiano, anche in questi giorni ed in queste ore, le dimostrazioni di chi immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni».
Sulla questione è intervenuta anche Fsp il sindacato della Polizia di Stato: «Il pericolo rappresentato dagli anarchici è reale e concreto. E’ un pericolo mai cessato, e i relativi movimenti, a tratti apparentemente sopiti, stanno tornando in auge, perseguono precisi obiettivi che vengono accuratamente comunicati e perseguiti all’interno dei collettivi, e richiedono adesso che si alzi ulteriormente la guardia. Sull’intera realtà degli anarchici, non si può arretrare di un passo, tutt’altro.
Gli attentati di queste settimane contro i nostri diplomatici, le minacce spintesi fino a coinvolgere il direttore del Tirreno, il procuratore generale Francesco Saluzzo ed altri ma anche ulteriori servitori dello Stato indicati in maniera altrettanto chiara con nomi e cognomi come ‘obiettivi’ nella rete di comunicazione anarchica, i disordini registrati fino a ieri sera a Roma, e la molotov contro il Commissariato Prenestino ci riportano, con prepotenza, al periodo peggiore della nostra storia recente, e conosciamo troppo bene fenomeni così striscianti e subdoli per sottovalutarli» – Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo i tanti episodi di violenze, attentati e minacce verificatisi in queste settimane, che gli inquirenti inquadrano nell’unico contesto di matrice anarchica.
Sono tutti episodi che si accompagnano a una insistente campagna che pretenderebbe la revoca del regime del 41bis ad Alfredo Cospito. Da ultimo sabato sera disordini si sono verificati soprattutto a Roma, dove nella notte una molotov è stata lanciata contro il Commissariato Prenestino.
«Oggi dobbiamo stare più che mai allerta – insiste Mazzetti –, e non solo con i nostri valorosi colleghi che scendono in strada a fronteggiare pericoli diretti, come è successo ieri sera a Roma dove la professionalità delle forze dell’ordine ha consentito di portare a casa il miglior risultato nonostante i disordini provocati dai soliti violenti. Oggi le migliori risorse dello Stato, in sinergia fra loro e con il più totale appoggio della politica e delle istituzioni, sono chiamate a fermare pericolosi rigurgiti di sovversivi animati dall’odio».
Alfredo Cospito è in carcere già da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi nel 2012 e ora sta scontando una ulteriore condanna a 20 anni per degli attentati qualificati come strage.
I fatti risalgono al 2006: Cospito e altri anarchici avevano posizionato due ordigni a basso potenziale esplosivo in due cassonetti dell’immondizia davanti all’ingresso della caserma alla scuola allievi carabinieri di Fossano, poi esplosi nella notte senza provocare nè morti nè feriti. Secondo la ricostruzione giudiziaria, il primo ordigno doveva servire ad attirare sul posto le forze dell’ordine, il secondo doveva esplodere subito dopo. Se l’azione avesse avuto successo poteva causare una strage.
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