Telescopio Universitario
UniTrento – “Al museo mi diverto anch’io!” Aprire i musei alle persone con autismo: ecco come fare

Tutto pronto per la presentazione, sabato 4 febbraio, dei risultati del progetto “Al Museo mi diverto anch’io”, promosso dalla rete Train (Trentino Autism Initiative) dell’Università di Trento e con il coordinamento della Cooperativa Il Ponte (ora Cooperativa Impronte) di Rovereto.
Un progetto che coinvolge quattro musei – Mart, Muse – Museo delle Scienze, Castello del Buonconsiglio e Museo etnografico trentino San Michele – un gruppo di cooperative, associazioni e fondazioni, oltre alle amministrazioni comunali di Trento, Rovereto e San Michele con un obiettivo: offrire alle persone con autismo la possibilità di godere appieno della visita al patrimonio museale del territorio, apprezzandone la bellezza e le possibilità di arricchimento individuale.
Finanziato dalla Fondazione Caritro nell’ambito del Bando Cultura e Sport per il sociale 2021, il progetto è partito con il coinvolgimento delle varie realtà che si occupano di autismo sul territorio provinciale.
L’incontro di sabato 4 febbraio si terrà a Trento, alle 16.30 nella Sala Conferenze della Fondazione Caritro e sarà aperto a tutte le persone interessate, oltre che a operatori e operatrici del settore museale e della cultura.
Ma quali sono le barriere che rendono difficile la fruizione di un museo per le persone con autismo? Per scoprirlo, il gruppo di ricerca è partito da un lungo momento di ascolto delle famiglie, delle persone autistiche e degli operatori e operatrici museali. Sono state coinvolte tramite un questionario 142 persone.
Molti degli spunti raccolti sono serviti per indirizzare meglio il progetto e sono stati riassunti in un video (con la regia di Luigi Zoner) in cui si è cercato di fotografare le possibili difficoltà di una persona autistica nel contesto museale per sensibilizzare il pubblico e proporre possibili soluzioni che permettono una visita al museo più serena.
Una volta delineate le esigenze, il progetto è passato all’azione, a cominciare proprio dalle persone dalle persone. I primi passi si sono concentrati sulla formazione di operatori e operatrici museali su tematiche riguardanti l’autismo. Per raggiungere in modo capillare chi lavora – e anche chi lavorerà in futuro – a stretto contatto con l’utenza si è scelto di realizzare un video formativo, che sarà a disposizione dei musei e che sarà proiettato in anteprima durante la presentazione dei risultati.
Non solo contatto con personale esperto: l’esperienza in un museo è fatta però anche di suggestioni legate all’ambientazione, particolarmente utili per coinvolgere soprattutto le persone con autismo. Per questo sono state studiate, con l’aiuto di una azienda specializzata in illuminotecnica, soluzioni personalizzate per rendere l’allestimento adatto a valorizzare gli aspetti sensoriali.
Il progetto ha anche esplorato la possibilità di attivare per i musei possibili laboratori educativi inclusivi basati sul movimento su temi specifici, grazie alla collaborazione con una scuola di danza.
«L’aspetto più significativo ed emozionante dell’intero progetto è stata la possibilità di vedere in che modo le idee che scaturiscono dalla ricerca di base, si possano mettere in pratica per un obiettivo concreto e ambizioso: garantire, anche alle persone con autismo, la fruizione della cultura» commenta Yuri Bozzi, direttore del CIMeC dell’Università di Trento e coordinatore dell’iniziativa TRAIN che ha contribuito ad ideare il progetto.
«Musei ed enti culturali del territorio sono da anni impegnati nella realizzazione di percorsi inclusivi finalizzati ad una migliore fruizione alla cultura da parte di visitatori con problemi di accessibilità fisica, sensoriale e cognitiva. Ma poche sono però ad oggi le esperienze che riguardano l’accessibilità per persone con autismo, principalmente a causa della complessità che si ha nel gestire questa tipologia di visitatori.
Trovare una via utile e piacevole di fruizione dell’arte e della cultura anche per queste persone è un obiettivo che possiamo raggiungere attraverso la collaborazione e il confronto fra mondo della ricerca e soggetti del territorio attivi in ambito sociale e culturale. Siamo partiti dai contatti già esistenti tra l’Università e cooperative impegnate nell’autismo».
Per quanto riguarda l’Ateneo trentino, il progetto è partito sulla base dell’esperienza del Laboratorio di osservazione, diagnosi e formazione (ODFLab) dell’Università di Trento, coordinato da Paola Venuti e del Laboratorio per l’autismo e i disturbi del neurosviluppo (LAND) di IIT, coordinato da Michael Vincent Lombardo, entrambi parte di TRAIN.
Il progetto ha fatto tesoro di esperienze precedenti di accessibilità sensoriale condotte da CIMeC dell’Università di Trento e dal Castello del Buonconsiglio, per creare una rete di collaborazione tra associazioni, musei e istituzioni di ricerca sul tema dell’autismo.
TRAIN – L’iniziativa rientra nell’ambito di un più vasto progetto che prevede una serie di azioni volte, in particolare, a promuovere la ricerca scientifica sull’autismo e che coinvolge alcuni dipartimenti e centri dell’Ateneo trentino (CIMeC – Centro mente e cervello, Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – CIBIO, Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive), l’Istituto Italiano di Tecnologia- IIT, la Fondazione Bruno Kessler e IN – Istituto di Neuroscienze del CNR.
«Ciò che ci ha dato più soddisfazione nella realizzazione del progetto è stata l’intensa collaborazione tra i diversi ambiti: museale, scientifico con l’Università di Trento e mondo delle cooperative sociali che vivono ogni giorno a fianco delle persone autistiche» ha commentato Chiara Pedrotti della Cooperativa Il Ponte, coordinatrice del progetto.
«Questa collaborazione, fatta di prospettive diverse, ci ha permesso di porre le basi di un pensiero condiviso rispetto a ciò che potrebbe favorire l’accesso alla cultura e alla bellezza e facilitare la frequentazione dei musei. Un’idea messa a confronto anche con il punto di vista delle famiglie e delle stesse persone nello spettro autistico.
I musei sono già al lavoro nel mettere prossimamente in campo alcune azioni emerse dalle riflessioni fatte in questo periodo. Auspichiamo che possa essere un primo passo verso l’attivazione di una collaborazione continua, volta alla promozione dell’inclusività e accoglienza».
Il progetto, coordinato dalla Cooperativa Il Ponte (ora Cooperativa Impronte), si basa sulla collaborazione di altre realtà che si occupano di autismo nella provincia di Trento e Bolzano (Cooperativa Albero Blu, TimeAut, Agsat, Fondazione Trentina per l’autismo), e coinvolge i quattro musei provinciali con il sostegno dei comuni di Rovereto, Trento e San Michele.
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