Riflessioni fra Cronaca e Storia
Le cose andranno meglio se si tolgono di mezzo

Il Fondo monetario internazionale (FMI) mette in guardia sul rischio che un terzo dell’economia mondiale sprofondi in recessione nel 2023, prevedendo che l’inflazione si calmerà quest’anno ma toccherà, comunque, il 6,5% a livello globale. «Per la maggior parte dell’economia mondiale, sarà un anno difficile, più di quello che ci lasciamo alle spalle», ha affermato la direttrice operativa dell’FMI Kristalina Georgieva all’emittente statunitense CBS il primo gennaio.
L’aumento del prezzo dei carburanti e degli alimenti ha contribuito all’insorgere di proteste e scioperi in tutto il mondo lo scorso anno. Il malcontento popolare ha portato a cambi al potere in Sri Lanka, Regno Unito, Perù e Brasile. Teatro quest’ultimo di un assalto al Congresso a Brasilia all’inizio di gennaio, una scena che ricorda quanto successo negli Stati Uniti il 6 gennaio 2021.
«La gente è sempre più insoddisfatta della società e si sta chiedendo perché dovrebbe cooperare», dice Morris Pearl, (nella foto) che guida Patriotic Millionaires, un gruppo di persone benestanti residenti soprattutto negli Stati Uniti che, paradossalmente, si battono per essere tassate di più allo scopo di contrastare la disparità. E aggiunge: «La gente fa bene ad arrabbiarsi. Pensa che il sistema sia truccato a suo discapito e ha ragione. A meno che le persone benestanti non cambino volontariamente, le masse cambieranno le cose per noi con torce e forconi.»
“Elezioni” e “democrazia” non sono sinonimi – Gli statunitensi affluiti in gran numero alle elezioni dell’8 novembre 2022 (Midterm Elections), speravano in un risultato diverso per ottenere un alleggerimento del carico fiscale, e per ridimensionare o addirittura disinnescare l’impegno conseguente alla guerra in Ucraina.
Paul Creig Roberts (Economista, ex Amministrazione Reagan. Analista della politica americana e del suo ruolo nel mondo.) l’11 novembre 2022 ha prontamente scritto un articolo dal significativo titolo: Un’altra Elezione Rubata [ https://katehon.com/en/article/another-stolen-election ].
Paul Creig Roberts tiene conto anche dell’insoddisfazione pubblica per: criminalità record; inflazione record con prezzi elevati di cibo e benzina; tassi di interesse in aumento, e valori domestici in calo; massiccia immigrazione illegale; l’indottrinamento forzato dei bambini delle scuole con la teoria transgender, e la teoria critica della razza; i mandati di vaccinazione Covid di Biden che hanno causato infortuni alla salute, morti e carriere distrutte; i blocchi Covid di Biden che hanno distrutto aziende, posti di lavoro, catene di approvvigionamento, e aumentato i prezzi; le sanzioni “russe” di Biden che hanno interrotto l’approvvigionamento energetico e aumentato i prezzi di tutto.
Considerando tutta questa insoddisfazione, come ha fatto il democratico John Fetterman, una persona colpita da un ictus e afflitta da problemi di parola che vuole liberare i criminali dalla prigione, a vincere un seggio al Senato in quota alla Pennsylvania?
Paul Creig Roberts si chiede, cosa c’è di peggio: un’elezione americana rubata o un elettorato americano così disinvolto da mantenere in carica un partito politico che ci sta portando alla guerra con Russia e Cina, che odia i bianchi e li perseguita; che ha politicizzato l’FBI e il Dipartimento di Giustizia trasformandoli in agenzie della Gestapo al servizio del potere democratico; che crede fermamente che i genitori siano dannosi per i bambini e non dovrebbero avere voce in capitolo nella loro educazione (lavaggio del cervello), vale a dire: demonizzare la normalità e normalizzare la perversione?
I termini “elezioni” e “democrazia” sono divenuti sinonimi quasi per tutti – Siamo intimamente convinti che il solo modo di essere rappresentati passi per la via delle urne. È fra l’altro ciò che risulta nella Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948: «La volontà del popolo è il fondamento dell’autorità dei poteri pubblici: questa volontà dev’essere espressa con elezioni serie che devono avere luogo periodicamente.»
La formulazione “dev’essere espressa” è particolarmente sintomatica dal nostro punto di vista. Chi dice democrazia dice elezioni. Tuttavia, non è curioso che un documento così generale – il documento giuridico più universale della storia dell’umanità – indichi con tanta precisione in quale modo la volontà popolare debba esprimersi?
Non è strano che un testo schematico sui diritti fondamentali (nemmeno duemila parole in tutto) si sia subito soffermato sulle modalità pratiche dell’applicazione, come se un progetto di legge sulla salute pubblica contenesse già delle ricette di cucina?
Si ha l’impressione che, per gli autori del testo del 1948, il metodo stesso fosse divenuto un diritto fondamentale. Come se la procedura in sé fosse sacra.
La nostra bonaria provocazione per alimentare un dibattito: per scacciare l’oligarchia dei peggiori, le elezioni andrebbero sostituite dal sorteggio.
Gli antichi consideravano il sorteggio come la quintessenza della democrazia. C’è un passo di Aristotele che dice: «l’elezione è tipica dell’aristocrazia e il sorteggio è tipico della democrazia.» Un’idea poi ripresa da molti: Guicciardini, Rousseau, tra gli altri. Numerosi poi sono gli accademici a livello internazionale che stanno studiando la questione e propongono soluzioni. Ne daremo conto in altri articoli su questo tema. https://www.youtube.com/watch?v=KS9EMvbBq_U
Da ultimo, ma non per importanza, si deve affrontare la questione del “come” affrontare il sorteggio. Nella tabella che segue offriamo un solo esempio:
La soluzione dei mali (neppure solo del “belpaese”) non è un altro partito o un altro sindacato o un altro sistema ideologico. Il sorteggio è qualcosa che risolve le stesse esigenze dei cittadini in modi molto diversi, o ne crea di nuove che contano di più. Infatti, democrazia etimologicamente significa “governo del popolo”, ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo.
I cosiddetti “rappresentanti” sono dei semplici delegati. Un sistema di pesi e contrappesi (che esiste ma è stato edulcorato dalla partitocrazia) deve garantire all’insieme dei cittadini di ricorrere a strumenti di consultazione popolare: votazioni referendarie, iniziativa di leggi e delibere, recall, eccetera. Si materializzerebbe così ciò che Thomas Jefferson teorizzava: «Quando il popolo ha paura del governo, c’è tirannia. Quando il governo ha paura del popolo, c’è libertà.»
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