Spettacolo
Nel Giorno della Memoria il palco del Teatro Sociale ricorda la testimonianza di Primo Levi con lo spettacolo “PRIMO”

Dal 16 al 27 gennaio si svolge a Trento il Living Memory 2023, il Festival della Memoria promosso dall’Associazione Terra del Fuoco Trentino, in collaborazione con Museo statale di Auschwitz-Birkenau, Fondazione Museo Storico del Trentino e Associazione Treno della Memoria.
L’evento è realizzato con il patrocinio e il contributo della Provincia autonoma di Trento.
L’edizione di quest’anno rappresenta l’inizio di un percorso triennale che porterà alla celebrazione degli ottant’anni della liberazione dei campi di Auschwitz-Birkenau nel 2025.
Partendo da un percorso storico e culturale di scoperta, conoscenza e approfondimento dalla storia del ‘900, e in particolare dagli eventi tragici della Seconda Guerra Mondiale e dell’olocausto, il programma del Living Memory 2023 accompagna il partecipante attraverso un caleidoscopio di attività ed eventi, all’incontro con alcuni degli ultimi testimoni di quei fatti.
Un ricco programma scandito da momenti di ascolto, confronto e dibattito, in cui non mancano tuttavia interventi musicali e artistici. In tale contesto si colloca l’appuntamento che avrà luogo venerdì 27 gennaio, Giorno della Memoria. Sul palco del Teatro Sociale, alle ore 20.30, salirà l’attore Jacob Olesen con Primo, recital letterario da “Se questo è un uomo” di Primo Levi che rappresenta la terribile realtà della testimonianza dell’indimenticato scrittore sopravvissuto ad Auschwitz. La regia è firmata da Giovanni Calò.
Il racconto portato sul palco dall’attore danese-svedese inizia il 13 dicembre 1943, quando Primo Levi viene arrestato dalla milizia fascista e in seguito deportato nel campo Buna-Monowitz, vicino Auschwitz, dove sopravvive fino alla liberazione avvenuta il 27 gennaio 1945.
Olesen rappresenta la terribile realtà della testimonianza di Primo Levi con i colori dello stupore, della semplicità e, per quanto sia arduo, della leggerezza, evitando toni pietistici o patetici. È il mezzo per “contagiare” emotivamente lo spettatore con quella vergogna “che il giusto prova davanti alla colpa commessa ad altrui”.
«Sì immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengono tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso […]», scriveva Primo Levi nella sua opera più celebre.
Gli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, ancora per pochi anni memoria viva e presente, stanno per estinguersi. La loro diretta testimonianza non è stata sufficiente. Jacob Olesen sente pertanto la necessità, anzi il dovere di descrivere l’indescrivibile: raccontare, raccontare e raccontare ancora la testimonianza di Primo Levi a chi già la conosce, a chi la ignora, a quanti ci credono e a quelli che la negano, e nelle scuole per le nuove generazioni.
Primo Levi morì l’11 aprile del 1987. Dirà di lui il letterato Claudio Toscani: “l’ultimo appello di Primo Levi non dice… Non dimenticatemi, bensì non dimenticate”. Ed è proprio ciò che fa lo spettacolo Primo: dare voce alla sua testimonianza, perché non si può e non si deve dimenticare.
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