Trento
Passante ferroviario Trento, Ambrosi: «Nulla contro opera, ma così non va: presentata interrogazione per cambiamento tracciato»

“Nessuna contrarietà pregiudiziale, ma massimo impegno affinché il passante ferroviario di Trento venga sì realizzato ma a regola d’arte, tenendo conto di una serie di osservazioni relative alla sicurezza e all’ambiente”. È questo il senso dell’interrrogazione presentata dalla deputata trentina di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi insieme al collega Andrea De Bertoldi, ai ministri dell’Ambiente e Sicurezza energetica e dei Trasporti.
È un progetto dove regna una totale confusione dove le cose da chiarire sono molte. Stanno per partire i lavori del bypass di Trento ma non si sa ancora nulla sul tracciato della nuova ferrovia.
L’assessore Gottardi in risposta ad una interrogazione di Paolo Zanella ha affermato a Rovereto Rfi sta studiando le due ipotesi discusse dal Consiglio di Rovereto e dal comitato scientifico del corridoio del Brennero. Rfi ha incaricato dei i progetti di fattibilità Italfer, che entro maggio presenterà lo studio di prefattibilità.
Le seconda fase verrà conclusa entro il 2023. Per le tratte di completamento sono stati fatti incontri con gli enti locali, in quanto ci sono già ipotesi per il tracciato Trento e Salorno e sono in corso confronti con la Provincia di Bolzano.
Il tema dei cameroni, ha ricordato, è presente in un allegato al progetto bypass che contiene le modifiche progettuali che prevedono la sovrapposizione delle linee ferroviarie.
Poi ci sono le nuove perizie da fare sul terreno inquinato della ex Sloi, mentre proseguono a rilento gli accordi per l’esproprio della case che si trovano sul tragitto. Solo 17 su 40 hanno accettato, gli altri hanno alzato gli scudi e non ne vogliono andare dalle proprie case.
Tornando all’interrogazione di Alessia Ambrosi, nella premessa del documento, sottolinea come ci sia il rischio di «creare gravi problemi di sicurezza ambientale dovuti alla presenza di piombo tetraetile, estremamente tossico, nelle aree ferroviarie limitrofe all’ex SLOI e nei due SIN.
Esistono inoltre potenziali rischi per la sicurezza delle persone, come peraltro evidenziato anche dalla Provincia Autonoma di Trento, che non ha potuto esprimere un parere favorevole ma si è limitata a trasmettere i pareri al competente Ministero interrogato; mentre il Consiglio comunale ha dato parere favorevole, ma ignorando le prescrizioni SIN».
Per la deputata trentina «la decisione di progettare l’opera della circonvallazione ferroviaria in un’area sede in passato di due fabbriche estremamente inquinanti conferma purtroppo un errore concettuale di fondo: la sottovalutazione del tema da parte di RFI nella predisposizione del progetto di fattibilità; così come appare altresì superficiale la scarsa valutazione dell’attraversamento della paleofrana esistente sotto il monte Marzola, considerato che sussistono concreti pericoli di slittamento e movimenti franosi sul versante interessato dalla realizzazione dell’opera.
«Risulta perciò urgente e necessario intraprendere adeguate iniziative volte a sospendere la fase progettuale per poter dare vita a un monitoraggio più efficiente ed accurato – conclude Ambrosi – per verificare gli effettivi rischi derivanti dalla presenza di sostanze inquinanti all’interno dell’area ferroviaria interessata ed eventualmente riconsiderare completamente il progetto medesimo, orientandolo verso un tracciato differente».
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