Chiarendo, tra una cosa e l’altra, di “leggere pochissimo i giornali” – ha detto Meloni – da cui non vuole “essere condizionata”; e che “non mi sono pentita di niente di quanto ho fatto in questi due mesi.
Faccio esattamente quello che penso sia giusto fare”, perché “non guardo al consenso, ai sondaggi ma alla curva del Pil, dell’occupazione, della ricchezza, di quanti figli si fanno”, la premier aggiunge poi che in Europa “dialoghiamo con tutti, cosa che ci rende centrali e ci fa contare di più: non c’è l’Europa di serie A e di serie B”.
Questo governo è il riscatto di tante persone che per anni erano considerate figli di un dio minore ma che sapevano che alla prima prova avrebbero dimostrato il loro valore.
Perché questo è il primo governo uscito dal voto e non da un gioco di palazzo: per cui le questioni personali, l’interesse di partito, qui sono assolutamente secondari”, ha spiegato Meloni. “La cosa che mi ha colpito di più è quanta gente si è commossa quando noi siamo arrivati al governo. Faccio io la battuta prima che me la facciano: ‘non erano commossi, stavano a piagne”.
“Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati. La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi quando viene al confronto con il governo difende il pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei”, ha aggiunto. “La Cisl ha avuto un approccio più pragmatico”
Una scommessa vinta, durata dieci anni: così Giorgia Meloni ha infine chiuso la festa del suo partito, quel Fratelli d’Italia vincitore delle elezioni dello scorso 25 settembre. Vittoria che le ha permesso di planare su Palazzo Chigi come prima donna presidente del Consiglio nella storia d’Italia.