Trento
36 enne abusava della figlia della compagna, condannato a 10 anni e a mezzo milione di risarcimento

Si fingeva un ragazzino, un coetaneo della giovanissima figlia della compagna, per adescarla tramite Hangouts (un’app).
Così, un 36 enne della Vallagarina, nel settembre 2021 (QUI articolo) veniva arrestato dai Carabinieri di Rovereto in collaborazione con il personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Trentino Alto Adige.
Recentemente, l’uomo è stato condannato a rimborsare 450 mila euro a madre e figlia, 50 mila euro al padre della ragazza e a dieci anni di reclusione (con rito abbreviato).
L’uomo, tramite l’applicazione, aveva contattato la ragazza (che all’epoca aveva meno di 16 anni) ed aveva iniziato a chattare con lei, convincendola anche a scambiare delle foto intime.
Approfittando dei lunghi periodi trascorsi a casa durante il lockdown, ma soprattutto grazie alle frequenti assenze per lavoro della convivente, il 36 enne si è poi rivelato alla ragazza e facendo leva sulla sua fragilità emotiva, ne aveva abusato.
La drammatica storia era stata portata alla luce dalla madre della giovane che aveva sporto denuncia.
A seguito di una perquisizione, gli investigatori avevano sequestrato i dispositivi informatici dell’uomo e dai successivi accertamenti tecnici – effettuati dagli Agenti della Polizia Postale – è stato possibile recuperare le immagini – a sfondo sessuale – scambiate con la minore, oltre ad altre foto dal contenuto pedo-pornografico, che hanno confermato integralmente i contenuti delle dichiarazioni e testimonianze acquisite dai Carabinieri nel corso delle indagini.
Non solo: in aggiunta, il soggetto avrebbe cercato di coinvolgere nella triste vicenda di violenza e sopraffazione psicologica anche un’altra minore, amica della ragazza, in cambio della promessa di denaro, fortunatamente non riuscendo poi nel suo intento.
Ieri, in aula, il tutto è stato ripercorso davanti al giudice Enrico Borrelli: la condanna, alla fine, è risultata severa come voluta dal PM Bruno Gallina.
Il 36 enne ha dovuto rispondere – tra le varie accuse – dei reati di favoreggiamento della prostituzione minorile; violenza sessuale su minori, aggravata dal fatto che la violenza era stata commessa da una persona che aveva in custodia la giovane; corruzione minorile; pedopornografia.
Nonostante l’uomo sia in carcere dal 2021, ha sempre preso distanza dalle accuse. Ieri, dopo la sentenza, il suo avvocato difensore ha fatto intendere che verrà valutato l’appello: questa vicenda, quindi, potrebbe essere ben lontana dalla chiusura.
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