Rovereto e Vallagarina
Mart, 20 anni dopo: una scommessa vinta da Rovereto e dalla Provincia

“Il Mart rappresenta una scommessa culturale, una scommessa vinta, da Rovereto e da tutto il Trentino”.
Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti intervenuto ieri sera alla cerimonia per i 20 anni dalla nascita del Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea che ieri, sotto la celebre cupola disegnata da Mario Botta ha ripercorso attraverso i protagonisti di ieri e di oggi il lungo percorso fin qui fatto.
“Ora, che questa scommessa è diventata un patrimonio di consapevolezza anche nella comunità trentina – ha aggiunto Fugatti – occorre saperne sfruttare le potenzialità, cercando di coniugare la ricerca culturale, che è la missione prioritaria di questa istituzione con le ambizioni del territorio che l’accoglie”.
Di futuro e innovazione ha parlato anche l’assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti, secondo il quale il Mart “ha tutte carte in regola per continuare ad essere catalizzatore di interessi nel mondo dell’arte moderna e contemporanea, ma al tempo stesso espressione di un territorio, il Trentino, che ha continuato e continua a credere nella cultura”.
La vera e propria festa che si è svolta ieri al Mart, ha visto anche alcune dichiarazioni interessanti da parte del proprio presidente, Vittorio Sgarbi.
Il presidente del Mart ha infatti affermato che il museo dovrebbe diventare gratuito per coloro che abitano a Rovereto: a pagamento per turisti e visitatori da fuori, ma non per i cittadini di una città. In fin dei conti, sarebbe un aiuto non indifferente per avvicinare la popolazione ad un museo che – prima della venuta di Sgarbi – era piuttosto ignorato tra gli stessi roveretani.
Sarà che l’arte è fatta anche di gusti personali, ma nonostante le grandi intuizioni alle spalle del museo inaugurato nel 2002, la folla arrivata ad ammirare la cupola ormai 20 anni fa, non si è praticamente più vista non appena la “novità” è sfumata.
“Un museo di arte contemporanea va compreso, visitato anche più e più volte, nel tentativo di ammirare e comprendere l’arte presente al suo interno – racconta Lorena, 50 enne trentina – Sinceramente al Mart sono stata si e no 5 o 6 volte da quando ha aperto, e di queste, 3 o 4 sicure da quando è arrivato Sgarbi.
Prima di lui il museo era un fantasma. Ricordo i nipoti che andavano con la scuola quella volta ogni tanto, ma non ho grandi ricordi al di fuori di loro. Se volevo passare una domenica al museo – prima che Sgarbi arrivasse – piuttosto andavo al Muse a Trento. Sono musei e aree di interesse differenti, ma anche l’ambiente fa la sua parte. Era sempre vuoto.”
“Sgarbi è stato fondamentale per rilanciare il Mart. – conferma Marta, 26 enne trentina – È un personaggio che bene o male piace o comunque attira sempre. Non che prima il Mart fosse gestito male, ma forse c’erano meno mostre davvero interessanti. Io sono andata domenica 11 alla festa dei 20 anni, e da quando c’è Sgarbi ho visto tutte le mostre che ha portato. Prima di lui? Andavo con la scuola, mai per i fatti miei.
Se davvero mettesse l’entrata gratuita per chi abita a Rovereto, credo che molta più gente andrebbe, anche over 50 e pensionati. Anche io ci andrei più spesso, se l’entrata fosse gratuita, la mostra su Giotto e il Novecento andrei a vederla almeno tre volte, per non perdermi nulla.”
“Il Mart, come già hanno già ripetuto le varie personalità di spicco, è stato senza ombra di dubbio una scommessa vinta. Ma io direi una scommessa vinta grazie anche agli ultimi anni ed alla presenza di Sgarbi. Prima di lui credo che fosse tutto molto altalenante e mai completamente al top. Sgarbi ha detti di volere le Albere senza doverle condividere con Muse e compagnia: io dico che sarebbe fantastico! Anche se il Mart dalle Albere dovrebbe imparare un po’ di cose.
Parlo del fatto che la zona Muse – Albere è completamente diversa da quella del Mart. Il Mart è su una delle vie principali, le Albere sono abbastanza distanti dal centro e hanno un parco, locali adatti ai giovani, più di un parcheggio pubblico nelle vicinanze. Al Mart hanno messo un locale stellato e il parco è dall’altra parte della strada. Sembra niente, ma vuol dire tanto.
Con alcune scuole vicine, sarebbe da approfittare e rilanciare la zona specialmente per i giovani, sullo stampo delle Albere: diciamolo, alle Albere si vedono i ragazzini in gruppo, nel parco o nelle caffetterie… chi ce lo vede un gruppo di ragazzini al Bistrot di Alfio Ghezzi? Si dovrebbe rendere la zona più accessibile, anche per gli universitari. Ci fossero più vita e meno esclusività il Mart potrebbe davvero venire rilanciato alla grande!” Ha concluso poi Daniele, 25 enne di Rovereto.
Insomma, anche nella giornata della sua festa, il Mart riesce comunque a far discutere: tanto potenziale ancora da sfruttare e tante le idee per il suo rilancio definitivo, dopo 20 anni di alti e bassi. Non resta che vedere quali saranno i prossimi passi del presidente Vittorio Sgarbi e delle novità intorno al museo.
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