Fiemme, Fassa e Cembra
Anna Reolon, «Mamma d’Italia 1970»: Il Sindaco di Fornace racconta la sua incredibile storia

In ragione dei meriti, dei sacrifici compiuti, dell’eroismo e delle virtù dimostrate, il Consiglio Comunale di Fornace ha approvato all’unanimità la proposta di intitolazione della sala pubblica della Scuola Primaria “Amabile Girardi” ad “Anna Reolon (1891-1984), Mamma d’Italia”.
L’iniziativa si è concretizzata nel corso della seduta consiliare del 29 novembre 2022, alla presenza, fra gli altri, di parenti e discendenti di Anna e Domenico. Fra essi, gli ultimi due figli Benito e Giovanna.
L’iniziativa è partita grazie alla sensibilità del sindaco di Fornace Mauro Stenico che ci ha raccontato come si è arrivati all’intitolazione riassumendo anche con dovizia di particolari la vita «avventurosa» di Anna Reolon.
LA LETTERA DEL SINDACO MAURO STENICO – Verso la fine del 2021 il Sig. Arrigo Postinghel, esperto conoscitore della storia e di molti aneddoti del nostro paese, mi consegnò una ricca documentazione giornalistica d’epoca relativa alla “Mamma d’Italia 1970”: la Sig.ra Anna Reolon, di Fornace.
Il Sig. Postinghel, che era peraltro stato tempo addietro in visita presso il Municipio assieme al Sig. Benito Lorenzi, uno dei figli di Anna, mi chiese in quell’occasione di conservare il fascicolo di documenti presso gli archivi comunali, in modo da lasciarlo a disposizione di future generazioni eventualmente interessate a consultare testimonianze e atti relativi alla storia della nostra comunità. «Ottima idea!», dissi e pensai immediatamente.
Tuttavia, presto cominciai a riflettere sul fatto se non si potesse fare qualcosa di più significativo per conservare la memoria di questa straordinaria donna.
Un giorno, senza alcuna premeditazione, per una serie di motivi mi trovai a rileggere la pratica documentale relativa al conferimento della cittadinanza di Fornace al “Milite Ignoto”, risalente al Consiglio Comunale del 29 novembre 2021 – esattamente un anno fa! – e che consisteva nella partecipazione di Fornace a un’iniziativa promossa a livello nazionale da parte del Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, iniziativa accolta poi da ANCI, dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Consorzio dei Comuni Trentini, per onorare la memoria dei caduti di tutte le guerre.
Dunque, era (ed è) nei poteri del Consiglio Comunale conferire cittadinanze onorarie, come pure intitolare sale, edifici e vie. L’idea che sorse in me fu allora di intitolare una sala pubblica alla Sig.ra Reolon, a perpetuo ricordo.
Ne parlai immediatamente con la Giunta, che valutò la proposta come un’iniziativa assai positiva. Tutti assieme, dopo aver vagliato diverse ipotesi, individuammo la sala pubblica della Scuola Primaria “Amabile Girardi” come spazio ideale per l’intitolazione. La struttura scolastica del paese avrebbe così conservato la memoria non soltanto della Sig.ra Amabile Girardi, ma anche, ex novo, di Anna Reolon.
Ma chi fu la “Mamma d’Italia di Fornace”? Anna nacque da famiglia povera nel 1891 a Visome (provincia di Belluno). Abituata al duro lavoro sin da giovanissima, fu inviata dai genitori in Trentino all’età di 9 anni e affidata alla cura di una nobile famiglia di Mattarello, presso la quale ottenne vitto e alloggio in cambio di lavori domestici.
Nel 1906, in seguito a varie proposte, giunse infine sul territorio di Fornace, ove fu accolta da una famiglia di contadini. La conoscenza dell’operaio Domenico Lorenzi, figlio del datore di lavoro, portò Anna al matrimonio presso la chiesa parrocchiale di S. Martino di Tours il 15 ottobre 1907, a 16 anni.
I sacrifici che gli sposi dovettero affrontare furono innumerevoli, come del resto quelli di molte altre famiglie del paese. L’unione di Domenico e Anna fu però benedetta in maniera assai speciale, con la nascita di ben 18 figli (14 maschi e 4 femmine), il primo dei quali avuto da Anna all’età di 18 anni. I figli furono: Ciro, Davide, Giuseppe, Matteo, Fortunato, Cesare, Cesarina, Romano, Costanzo, un altro Davide, Gildo, Giordano, fra Ilario, Enue, Luigia, Mario, Giovanna e Benito. I primi due, purtroppo, morirono in tenera età.
Oltre alla cura dei figli, la Sig.ra Reolon si dedicò per molto tempo all’assistenza del suocero, infermo a letto e bisognoso di cure continue. Sul fronte della Grande Guerra, ove fu inviato come soldato, il marito Domenico perse un occhio. Sebbene invalido, nel 1943 Domenico fu richiamato anche sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale, assieme a 7 figli, tre dei quali successivamente prigionieri in Germania e uno in Tunisia per 7 anni.
Gli anni del dopoguerra furono estremamente duri: senza possibilità di lavoro, ma con una numerosissima famiglia da mantenere, mamma Reolon si diede al “contrabbando”. Una volta a settimana ella si recava a piedi da Fornace a Taio (circa 50 km), dove si incontrava con alcuni contrabbandieri svizzeri che recavano sigarette. Nel dopoguerra i figli trovarono tutti un’occupazione lavorativa e il figlio fra Ilario partì per il Mozambico come missionario.
Negli anni la Sig.ra Reolon offrì la sua assistenza anche alla vedova e ai figli di uno dei suoi stessi figli morto in giovane età, oltreché, successivamente, a uno dei suoi stessi figli, avente a sua volta altri figli, rimasto vedovo. Nel 1959 il marito Domenico morì.
Nel 1970 – Anna aveva 79 anni – il Comitato Nazionale Femminile della Croce Rossa Italiana, presieduto dalla Sig.ra Francesca Degasperi, la scelse per il prestigioso Premio “Mamma d’Italia”. La premiazione ufficiale e solenne avvenne a Roma, ove la donna fu accolta a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Mariano Rumor, al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e infine in Vaticano da Paolo VI.
Nel corso degli anni Settanta, per la sua straordinaria devozione cristiana alla famiglia e al prossimo, nonché per le eroiche virtù di umiltà, bontà, fede e spirito di sacrificio, ella divenne un vero e proprio riferimento a Fornace (e non solo!). La Sig.ra Reolon soffrì vari lutti per la morte di figli e familiari, ma ebbe numerose gioie per la nascita di molti nipoti e pronipoti.
Dopo una vita di durissimo lavoro, Anna Reolon, vedova Lorenzi, si spense nel 1984, alla veneranda età di 93 anni.
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