Trento
Manifesti contro il gender all’Università di Trento, Coordinamento DAria: «Propaganda gender business sulla pelle delle persone»

Manifesti contro l’ideologia gender: è l’azione simbolica del Coordinamento DAria, movimento tutto al femminile che propone un’immagine di donna identitaria e protagonista attiva della società, contro il convegno “Gender R-Evolutions”, organizzato dal Centro Studi Interdisciplinari di Genere per promuovere gli studi di genere, in collaborazione con la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento.
“Lo scopo del convengo è quello di promuovere l’ideologia gender, sorvolando o minimizzando gli effetti che i processi di transizione hanno su chi li subisce – si legge in una nota del coordinamento”
E ancora: “Non c’è nessun tipo di “cambiamento rivoluzionario” nel consentire operazioni e trattamenti farmacologici su bambini e adolescenti, come non c’è nessuna rivoluzione reale nel decostruire e, conseguentemente, cancellare l’immagine della Donna, per sostituirla con un qualcosa di indefinito e fluido, senza radici e senza scopi. Non è un segreto che pratiche come la maternità surrogata, presentata ora come grande conquista, abbiano come conseguenza un’ulteriore mercificazione del corpo della donna, ridotta ad un’incubatrice per ricchi”.
“Se a questo aggiungiamo, – conclude la nota – come sottolineano anche attivisti transessuali, i danni fisici e psicologici di transizione, abbiamo un quadro della situazione a dir poco agghiacciante, dove diventa motivo di vanto sottoporre bambini a terapie ormonali o parlare di aborto come se fosse un semplice anticoncezionale. Ecco qui la loro “rivoluzione”: un business milionario fatto sulla pelle delle persone, spacciato come progresso sociale e difeso, nonostante gli stessi organizzatori del convegno parlino di “_anticapitalismo queer_” e altre amenità, da multinazionali e lobbies finanziarie.”
Per provocazione, qualche buontempone ha pensato bene di affiggere sul portone della facoltà di sociologia una locandina dove viene chiesto in modo ironico se questa “rivoluzione” progressista sia il caso davvero di continuarla, in nome di non si sa bene quali diritti civili, che da tempo vengono riconosciuti a tutti in nome della libertà e della Democrazia. Viva la tradizione insomma, la famiglia naturale e la normalità. (quella vera s’intende) In occasione dell’evento è stato anche realizzato un video molto esaustivo. (clicca qui per vederlo) La locandina – fa sapere l’organizzazione – non è stata affissa dal coordinamento DAria, ma da ignoti.
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