Trento
Basta catene ai cani, multe fino a 800 euro. Claudio Cia: «Disegno di legge di civiltà»

Nella giornata odierna il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha approvato il disegno di legge, accorpato ad un’analoga proposta legislativa d’iniziativa giuntale (presentata però successivamente), del consigliere di Fratelli d’Italia Claudio Cia volto a vietare l’utilizzo della catena, o qualsiasi altro strumento di contenzione simile (salvo che per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza), ai responsabili della detenzione di un’animale d’affezione.
E’ bene spiegare che la proposta approvata dal Consiglio provinciale non punta a eliminare l’obbligo per i proprietari di cani di condurre al guinzaglio il proprio amico a quattro zampe nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, quanto piuttosto a vietare la pratica della detenzione del cane alla catena in Trentino.
Si ricordi inoltre che, la legge provinciale sugli animali d’affezione del 2012 già prima dell’intervento del consigliere Claudio Cia prevedeva il divieto di detenzione del cane alla catena, tuttavia la norma era talmente ambigua che risultava inefficace nella sostanza, anche e soprattutto perché non erano previste sanzioni per i trasgressori. La legge che ha presentato il consigliere di Fratelli d’Italia introduce le sanzioni, fungendo così da forte deterrente per i trasgressori.
Le possibili sanzioni nei confronti dei trasgressori potranno arrivare anche fino a 800 euro. Da dire che il provvedimento seppur in modo diversi è stato già adottato in altre regioni d’Italia. In alcune le sanzioni possono arrivare anche fino ai 2.500 euro.
«Esprimo soddisfazione per l’approvazione di un disegno di legge di civiltà – dichiara Claudio Cia – che mira alla responsabilizzazione dei proprietari di animali d’affezione Un cane non è infatti un oggetto, ma un essere vivente e senziente con specifiche esigenze, tra cui quella di camminare e di correre, che non sono meramente legate alla necessità dell’animale di espletare i propri bisogni fisiologici, ma anche e soprattutto all’importanza di avere contatti continuativi con l’ambiente esterno e con i suoi simili, evitando così la potenziale insorgenza di comportamenti aggressivi».
«Di conseguenza – conclude Claudio Cia – costringere un cane a rimanere legato alla catena per lungo tempo è una pratica che, inevitabilmente, causa stress psicologico e sofferenza. Un cane fermo alla catena che non gli permette di muoversi liberamente, accedere agevolmente alla cuccia o alla ciotola con cibo e acqua, è inoltre impossibilitato a fuggire in caso di calamità come incendi, fenomeni alluvionali estremi o esondazioni torrentizie/fluviali».
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