Trento
Medici, sciopero generale in vista: «Rischio situazione irreversibile per la tenuta della sanità pubblica trentina»

La Sanità trentina è sprofondata in un baratro nero e cupo dal quale sembra difficile uscire. A dichiararlo sono i sindacati della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria di Trento che in una nota ricordano anche che «la situazione è drammatica da mesi» e che lo sciopero generale sta iniziando a diventare un’ipotesi concreta.
L’avvertimento verso l’assessorato della sanità è piuttosto chiaro: «Se la situazione continua così saremo costretti a ricorrere ad ogni forma di protesta per portare in piazza tutto il disappunto per una situazione che riteniamo intollerabile»
Che la situazione tra dirigenti medici e assessorato alla salute e vertici dell’Apss non sia ormai idilliaca da mesi lo si sapeva, anche per l’annoso problema del rinnovo contrattuale che viene continuato a rinviare. Ora però i nodi paiono arrivare al pettine.
I sindacati delle dirigenza medica da mesi attaccano l’assessore Stefania Segnana manifestando il loro dissenso contro quella che hanno definito “arroganza politica” sottolineando poi degli scenari disastrosi sulla nostra sanità trentina definita dagli stessi «sull’orlo del baratro»
A breve, presso l’auditorium Santa Chiara si incontreranno i sindacati delle tre categorie: il disappunto generale e il clima che si respira in Trentino sono evidentemente espressioni di disagio.
I problemi non si notano solo al Santa Chiara, ma anche negli ospedali periferici della provincia. La mancanza di personale è un problema estremamente grave che rischia di danneggiare anche l’immagine stessa della sanità in regione: i turni estenuanti non possono e non devono essere un’opzione da considerare sul lungo periodo, e nemmeno lo spostare gli operatori del settore tra i reparti.
Stanchezza ed errori non sono termini che dovrebbero essere contemplati all’interno di strutture e reparti. Ma di certo se vengono imposti costantemente turni massacranti di anche 12 ore, le necessità di ricoprire più ruoli e mansioni si rischia di scivolare all’interno d una spirale da cui è difficile uscire. Commettere un errore o una svista non va a danneggiare i pazienti ed il rapporto di questi con la Sanità, ma va a danneggiare anche i medici in prima persona.
In poche parole: servono urgentemente del personale e delle soluzioni organizzative concrete perché così non si può andare avanti.
Nel mentre, sabato 3 dicembre è in programma un‘assemblea pubblica in piazza Dante per la difesa del diritto alla salute dove saranno presenti politici, associazioni, sindacati e personale sanitario.
Domani, mercoledì 30 novembre, alle 9.00, invece si ritroveranno presso l’Auditorium dell’Ospedale S. Chiara di Trento ben 12 sigle sindacali che rendiconteranno sui disagi e i numerosi malumori raccolti sui propri iscritti in queste ultime settimane negli ospedali trentini. «Nelle numerose assemblee sindacali organizzate nelle ultime settimane in tutta la provincia, che hanno registrato una sempre maggiore e agguerrita partecipazione, sono emerse con forza la preoccupazione di tutti i dirigenti dell’azienda sanitaria e la volontà di reagire ad una deriva che rischia di divenire irreversibile per la tenuta della sanità pubblica trentina», scrivono in una nota i sindacati per anticipare i temi dell’incontro.
La dirigenza medica parte all’attacco dichiarando anche che «attualmente sempre più dirigenti abbandonano l’Azienda sanitaria per rifugiarsi in Aziende sanitarie dove la regola è il rispetto della persona, dell’orario di lavoro, della turnistica e del contratto di lavoro. É imbarazzante che la politica non registri questo stato di sofferenza e continui a non dare risposte adeguate, che i dirigenti medici, sanitari e veterinari non intendono più aspettare passivamente»
Le dichiarazioni dei dirigenti medici dell’azienda sembrano quindi non collimare molto con le parole pronunciate sabato in conferenza stampa dal direttore dell’aziensa sanitaria Antonio Ferro e dall’assessore Stefania Segnana.
Secondo i dirigenti medici lo snodo non è solo la qualità del lavoro che lascia a desiderare ma anche il lato economico. Molti medici infatti decidono di intraprendere la libera professione perchè hanno guadagni doppi rispetto ai dipendenti.
Sulla fuga e le difficoltà di reperire medici i sindacati si sono trovati tutti d’accordo nel dire che «per attrarre ci vogliono strutture moderne che non ci sono, strumentazioni all’avanguardia che mancano, oltre che naturalmente un contratto adeguato».
Per la nostra sanità è un momento di grave difficoltà, e le parole del direttore Ferro (Ndr – “per smaltire le liste di attesa ci vorranno 3 o 4 anni”) non lasciano di certo ben sperare in un cambio di marcia improvviso.
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