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Io la penso così…

In ricordo di Anna Dallatorre

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Egregio Direttore

All’alba della prima domenica di Avvento è tornata alla Casa del Padre la carissima amica Anna Dallatorre, nata nel 1935 a Celentino, nella Bella val di Sole. L’ho conosciuta, assieme a tanti altri amici ciechi e ipovedenti nel 1962, anno in cui, ventenne, venni assunto come centralinista telefonico nel Municipio di Trento.

Lei lavorava già da qualche anno assieme ad Antonio Gazzini – primo telefonista cieco impiegato sul nostro territorio -, al centralino della Provincia Autonoma di Trento, ai tempi di Bruno Kessler.

La nostra amicizia è perciò di lunga data, ed è andata rafforzandosi nei continui contatti fra centralinisti, nei fraterni e gioiosi incontri o esercizi spirituali organizzati dal Movimento Apostolico Ciechi, di cui è stata per anni Presidente. La sua presenza fu costante anche nelle assemblee e incontri sociali della associazione maggiore, l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti, alla quale ha dato il suo fattivo contributo nei molti anni in cui ne fu consigliere.

Ma il suo costante interesse per gli amici ciechi più disagiati e per coloro che aveva incontrato sul suo cammino non è mancato nemmeno dopo il pensionamento e il morbo di Parkinson che la colpì nei suoi ultimi anni di vita.

Infatti, fra di noi, suoi amici, dicevamo che il suo domicilio poteva sembrare come una dependance delle associazioni a cui aveva appartenuto. Non si può dimenticare anche la sua appassionata partecipazione agli incontri estivi che il dottor Salvatore Lagati organizzava a Villa Sant’Ignazio per i familiari di bambini sordi, ciechi o con altre minorazioni, in cui genitori e bambini potevano fraternizzare e trovare soluzione, anche col contributo di esperti, ai problemi che ogni minorazione comporta.

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La sua generosa attività derivava da una fede profonda, anche se non ostentata, che l’ha mantenuta viva e coraggiosa anche nei momenti più difficili, sopravvenuti dopo aver superato anche l’ultima battaglia in un delicato intervento operatorio.

La sua amata nipote e amministratore di sostegno, Cristina, mi raccontava che diceva spesso con lucidità e naturalezza: “Lasciatemi andare alla Casa del Padre”. E la Provvidenza divina ha voluto premiarla chiamandola a sé all’alba di due importanti eventi per la Chiesa universale.

Il 27 Novembre di quest’anno infatti coincide con la prima domenica di Avvento, ma anche col giorno in cui, il 27 novembre 1890, Santa Caterina Labouré riceve dalla Santissima Vergine Maria l’incarico di far coniare una medaglia, che poi si diffuse ovunque con nome di “Medaglia Miracolosa”.

Mi hanno molto colpito le Parole della liturgia di questa domenica, e fatto pensare a quante volte Anna le avrà sentite, e che ora sono realtà concreta per lei: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie, e possiamo camminare per i suoi sentieri».

E l’antifona al salmo 121: «Quale gioia quando mi dissero: “Andiamo alla casa del Signore!”». Mentre San Paolo ci dice: «È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata e il giorno è vicino».

E il Vangelo: «Vegliate dunque. Perché non sapete in quale giorno il Signore verrà». Ecco, tu, cara Anna, hai pregato, operato e vegliato, e ti sei fatta trovare pronta per un’alba senza tramonto. Ora i tuoi occhi possono vedere il volto del Signore e di Maria e dei tuoi parenti che ora sono nella gloria di Dio. Riposa in pace!

L’amico Claudio Forti

Potete inviare le email al direttore da inserire nella rubrica «io la penso così» scrivendo a: [email protected] – La vostra opinione conta, sempre….)

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