Trento
Compie 20 anni il Centro Diurno Alzheimer di Trento: età della malattia si abbassa sempre di più

Compie vent’anni il Centro Diurno Alzheimer, in via San Giovanni Bosco a Trento, un punto di riferimento fondamentale sia per gli assistiti sia per i loro familiari.
Per i suoi locali sono passate, a più riprese, circa 350 persone, ricevendo assistenza, sollievo, e condividendo con il tessuto sociale, oggi in maniera sempre più intensa e soddisfacente, anche percorsi che passano per le varie espressioni artistiche, la musica, la pittura, il teatro e così via.
Stupisce invece l’età dei nuovi pazienti che entrano nella struttura che si abbassa sempre di più. Si pensa infatti erroneamente che la malattia di Alzheimer colpisca per lo più gli over 80, ma invece no è così. Oggi a frequentare queste strutture ci sono anche molti cinquantenni e sessantenni.
Sono 600.000 i malati di Alzheimer in Italia. Numeri destinati a crescere negli anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’Italia è infatti il Paese più longevo d’Europa, con i suoi 13,4 milioni gli ultrasessantenni, pari al 22% della popolazione. Un problema non solo di salute ma anche economico. I costi diretti per l’assistenza superano gli 11 miliardi di euro, di cui il 73% è a carico delle famiglie.
La malattia di Alzheimer esordisce nella maggior parte dei casi dopo i 60 anni (7% dei casi tra 65 e 74 anni; 53% dei casi tra 75 e 84 anni; 40% dei casi dopo gli 85 anni), con un’incidenza che raddoppia ogni cinque anni, arrivando a interessare circa una persona su 3-4 dopo gli 80 anni.
Perché il linguaggio delle emozioni e della bellezza non conosce confini. Alla presentazione delle iniziative che si svolgeranno il 2 e 3 dicembre – dalle “porte aperte” ad eventi musicali organizzati assieme al vicino Conservatorio Bonporti – ha partecipato stamani anche l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Stefania Segnana, assieme alla collega del Comune di Trento Chiara Maule.
“I bisogni sono tanti e sempre più complessi. – ha detto l’assessore Segnana – Occasioni come questa sono quindi preziose anche per le istituzioni, perché ci consentono di ringraziare tutti coloro che operano, con una professionalità mai disgiunta da sensibilità e passione in un campo così delicato come l’alzheimer. Abbiamo avviato da qualche mese una sperimentazione che coinvolge l’Apsp Civica di Trento e l’Apsp di Pinzolo, per ampliare l’offerta di presa in carico di persone con Alzheimer aprendo anche a utenti esterni, con un supporto particolare alle loro famiglie, per la gestione dei momenti di maggiore criticità della malattia.
Contemporaneamente si sta lavorando in sinergia con le comunità di valle e i comuni per implementare il progetto Comunità amiche della demenza, sottolineando l’importanza che una comunità attenta e sensibile può avere nel fare la differenza“. Qui l’intervista a Stefania Segnana.
Un contributo importante può arrivare inoltre dall’arte, come spiegato dalla presidente dell’Apsp Civica di Trento Michela Chiogna (qui l’intervista), e dalla coordinatrice delle iniziative di venerdì 2 e sabato 3 dicembre Giorgia Caldini.
Venerdì, con alcuni utenti e i loro familiari, sono state organizzate delle attività con il Conservatorio di Trento, con cui il Centro collabora da tempo, e con cui sta per sottoscrivere una convenzione che approfondirà ulteriormente la collaborazione, in particolare portando gli utenti ad ascoltare gli studenti e, viceversa, gli studenti all’interno della sede per l’esecuzione di brevi concerti. Le iniziative si estenderanno anche alle quattro RSA che fanno capo alla Civica e a tutte le altre realtà socio sanitarie interessate.
La giornata di sabato 3 dicembre prevede un coinvolgimento a più ampio raggio con una mattinata di porte aperte al Centro diurno, iniziativa che assume un particolare significato all’indomani del venir meno delle restrizioni imposte dalla pandemia. Sempre nel mattino di sabato si è tenuta nell’auditorium del Conservatorio un seminario con Albert Hera, che ha proposto anche nel pomeriggio, alle 16, un concerto pubblico assieme anche agli utenti del Centro, all’insegna della magia dell’improvvisazione.
Un calendario intenso, quindi, per riannodare i fili di una storia ormai ventennale, fatta di generosità e impegno quotidiano. Una storia che continua.
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