Fiemme, Fassa e Cembra
La Regina delle Dolomiti è ancora chiusa: stagione invernale a rischio

L’ordinanza del 26 luglio 2022 emessa dal sindaco del Comune di Canazei Giovanni Bernard – quella che determinava il divieto di accesso alla zona del massiccio della Marmolada – è ancora in vigore.
Questo, ovviamente, era un problema in estate come lo sarà anche questo inverno: gli operatori della montagna sono in allarme da mesi e l’incertezza che pervade dallo scorso luglio sta ormai iniziando a destabilizzare gli equilibri di chi la montagna la vive non solo per passione ma anche per lavoro.
Marmolada srl chiede da tempo che questa ordinanza venga ritirata: la stagione è alle porte, non è ancora iniziata e già è a rischio. La società – ben appoggiata dal sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, chiede l’apertura del ghiacciaio.
La chiusura aveva senso con il caldo eccezionale, ma ora che il freddo è arrivato perché tenere ancora tutto chiuso? Certo, la tragedia avvenuta lo scorso luglio e tutte le conseguenze che ha avuto pende ancora sulla testa di servizi e autorità.
Per quanto siano diverse le zone (quella del distacco del seracco e quella delle piste da sci) c’è comunque un certo conflitto. È necessario riaprire per questioni economiche, specie ora che le condizioni anomale della scorsa estate non ci sono più. Resta però nell’aria la domanda: quelle condizioni non ci sono più ora, ma che conseguenze hanno lasciato?
“Ero solito andare sulla Marmolada a sciare – racconta L, sciatore per passione durante la stagione fredda – So che si spera di riaprire tra un mese, ma onestamente ho qualche dubbio.”
“Intanto si dovrebbero già controllare gli impianti e le zone delle piste. Però ho qualche dubbio. Quelle in Marmolada sono piste molto belle ma dopo la tragedia di luglio ho qualche timore.
Vero, ci sono persone che vivono di quello e ci credo che vogliano riaprire in fretta. Però chi si prende la responsabilità di andare? Sono zone diverse, le piste sono controllate e ricontrollate, tutto quello che si vuole, però io sarei diffidente. Estate o inverno non c’è mai il 100% di sicurezza, ma una cosa è andare quando non è mai successo niente, un’altra è andare dopo un’estate come la scorsa.”
Diverso il pensiero di S: “Venivo a sciare in Italia, in Marmolada nello specifico, dalla Germania. Ho girato tutto il nord, dal Piemonte al Veneto e mi sono trovato bene. La cura di piste e impianti è impeccabile.
Sono rimasto scioccato dalla notizia della tragedia, la scorsa estate. La montagna ha parlato? No, non ha avuto scelta. Forse un freno serviva. Ed è quello che ha fatto. Quest’anno se aprono ci andrò come ho fatto negli ultimi anni. Mi ha fermato solo la pandemia. In montagna c’è sempre un margine di rischio, in tutto c’è.
Verrò per supportare gli operatori fermi da tempo.”
Ci si trova davanti a una situazione senza precedenti. Se non si apre al più presto, i danni economici saranno ingenti. Allo stesso tempo, se si apre, come si può raggiungere la certezza che tutto andrà bene?
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