L'Editoriale
La lezione della SVP al presidente Fugatti

Sinceramente sono un estimatore del presidente Fugatti ancora dal tempo delle sue battaglie all’opposizione dei governi Dellai prima e Rossi dopo.
È impossibile dimenticare lui e Rodolfo Borga, a cui si è poi aggiunto anche Claudio Cia, e i loro interventi in aula consiliare. Su molte cose avevano ragione, su altre meno.
Ritengo che la presenza in giunta di Rodolfo Borga forse alcune cose sarebbero andate diversamente, le comunità di valle sarebbero state ridimensionate invece che pesare ancora di più sul bilancio della provincia e dentro la struttura dell’amministrazione ci sarebbero stati molti cambiamenti.
Sarebbero di certo state smantellate alcune associazioni «foraggiate» dalla provincia autonoma di Trento che sono totalmente inutili e sono una sorta di festival del nulla. Ne cito due in particolare: la commissione delle pari opportunità che lo stesso Borga voleva chiudere da un bel pezzo e il forum trentino per la pace, la struttura più inutile che il nostro pianeta ricordi. Detto questo passiamo al presente.
«Pragmatismo» è la parola che tanto piace al presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Non si è ancora capito, tuttavia, come questa sia declinata nell’azione politica del leader leghista. Certamente un esempio per fugatti (ma anche per il Patt di Franco Panizza) potrebbe venire dalla Svp, il partito che più di tutti avrebbe mille ragioni per diffidare del governo Meloni e del suo partito, Fratelli d’Italia.
Ieri a Bolzano è giunto direttamente da Roma Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare. Lo hanno accolto con cordialità il presidente della provincia di Bolzano Kompatscher, il segretario Svp Philipp Achmaer, assieme ad una folta delegazione del potentissimo sindacato agricolo altoatesino.
Un clima cordiale e collaborativo su molte vicende: la tutela dei prodotti agroalimentari altoatesini rispetto ai falsi, la tutela degli allevatori e del loro bestiame rispetto ai predatori. Una collaborazione destinata a intensificarsi viste le parole del ministro.
Il pragmatismo altoatesino non si è fermato alle questioni legate alla sfera agricola, ma anche i rapporti istituzionali e le competenze autonomistiche: sono ormai avviati i colloqui con il governo per implementare le attribuzioni alla provincia autonoma di Bolzano.
Lo dimostra la scelta di astenersi (e non votare contro) del gruppo Svp in Parlamento alla fiducia al governo presieduto da Giorgia Meloni. Ora non si capisce perché a Trento, il silenzio fugattiano con Fratelli d’Italia prosegua.
Non si capisce il no del Patt a Fdi (incoerenza di Panizza: fa il segretario al Mart a un membro del governo Meloni quale Vittorio Sgarbi).
Da Roma comunque il disegno di rafforzare il centrodestra per le prossime provinciali prosegue con nuove importanti figure della società civile. Il silenzio di Fugatti potrebbe esserne una riprova.
Certo che però ora è necessario passare ai fatti e alle parole e abbandonare la politica dei silenzi che ha portato la Lega a fare i conti con una perdita di consensi del 13% alle ultima elezioni nazionali.
Se Fugatti continuerà sulla strada «Divide et Impera» solo per vendetta o rivalità, ridurrà al lumicino la possibile vittoria del centro destra Trentino il prossimo ottobre 2023. Una bella responsabilità.
A cura di Roberto Conci
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