Politica
Marchiori replica a Dallapiccola e Demagri: «Devono versare 15 e 10 mensilità al partito»
Le copie dei bonifici effettuati il giorno 14 ottobre da parte dei due consiglieri smentirebbero però i vertici del PATT

La telenovela autonomista continua e si arricchisce di una nuova puntata. Stamane Michele Dallapiccola e Paola Demagri avevano confermato la fine dell’amore per il PATT. Nel loro comunicato ne spiegavano le motivazioni sottolineando di non essere «morosi» verso la tesoreria del partito.
La nuova puntata certifica la contro replica del segretario Marchiori che probabilmente non ha digerito le dichiarazioni dei due ex pattini.
Marchiori in una nota precisa di non volere alimentare la polemica di chi lascia, ma chiarire la verità dei fatti, preso atto delle inesattezze e delle notizie infondate presenti nel comunicato con il quale Paola Demagri e Michele Dallapiccola hanno annunciato il loro addio al Partito, nonostante non fosse stata avviata nei loro confronti alcuna iniziativa disciplinare.
I due consiglieri nelle loro dichiarazioni respingono il contenuto di una lettera della Tesoriera del PATT per tre ordini di motivi: temporale, di metodo e di contenuti.
«Innanzitutto va specificato chiaramente che la lettera si riferiva ai mancati versamenti dei due consiglieri e NON alla situazione politica – spiega Marchiori – la comunicazione inviata dalla Tesoriera più di tre mesi fa (e preceduta da numerosi solleciti scritti e verbali), di fronte al mancato versamento di 15 mensilità da parte di Dallapiccola e di 10 da parte di Demagri (quindi un lasso di tempo ben più ampio di quello che ci separa dallo scorso Congresso abbracciando addirittura l’anno 2021), citava testualmente l’automatica decadenza dalle cariche del Partito, ma non dall’appartenenza al Partito. A questa ennesima comunicazione della Tesoriera, nessuno dei due consiglieri ha risposto e nemmeno in occasione dell’ultimo Consiglio del Partito hanno manifestato la volontà di onorare gli impegni sottoscritti.
E a poco vale il saldo delle somme fuori tempo massimo: il Regolamento finanziario del Partito prevede comunque la decadenza dagli organi e, al di là di questo, nessuno dei due ha avvisato del bonifico arrivato a lettere già spedite. Se veramente si fosse voluto trovare un punto di incontro, almeno al Consiglio del Partito (nel quale la Tesoriera aveva fatto ulteriormente presente il suo obbligo di far rispettare il Regolamento finanziario) avrebbero potuto fornire spiegazioni plausibili e non convocare una conferenza stampa il giorno successivo per affermare che i versamenti erano volontari (non vincolanti) e legati alle scelte politiche del Partito».
Chiarita la questione economica il segretario degli autonomisti affronta la tematica del metodo e dei contenuti. «Come detto – incalza Marchiori – la questione politica non è minimamente collegata a quella economica. La decadenza dalle cariche di partito non impedisce nè il confronto nè il dibattito che, peraltro, è avvenuto anche nell’ultimo Consiglio del Partito. Un Consiglio durato più di tre ore, nel quale si sono potute esporre tutte le posizioni ed opinioni, ma in cui c’è stato anche un voto chiaro e inequivocabile sulla linea del Partito da tenere da qui alle elezioni provinciali. Una linea che non è cambiata da prima del Congresso ad oggi e che prevede, prima di allearsi con partiti nazionali, il rafforzamento dell’area territoriale. Una linea lontana dagli estremismi delle diverse coalizioni e che punta a costruire un progetto nostro, autonomista, di cui essere protagonisti».
«Da parte della dirigenza del PATT c’è sempre stata la ferma volontà di evitare scontri – conclude Marchiori – ma anche la necessità di garantire il rispetto dei deliberati degli organi di Partito. Un partito che si rispetti deve per forza stimolare il dibattito interno che rappresenta una ricchezza, ma se vuole essere autorevole e affidabile all’esterno deve esprimersi con una posizione unitaria. E chi aderisce a un partito organizzato sa che questa è la forza stessa del partito».
Fin qui le dichiarazioni dei vertici del PATT. Dopo l’uscita dell’articolo però i due consiglieri provinciali «ribelli» hanno mostrato le prove degli avvenuti pagamenti effettuati il giorno 14 ottobre. Il problema economico quindi sarebbe risolto.
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