Trento
Progetto Nexogenesis: il workshop dedicato al fiume Adige

“Un momento di confronto importante sul progetto Nexogenesis, che ha come obiettivo quello di ragionare in maniera integrata su temi oggi attuali. Acqua, energia, cibo, ecosistemi, in particolar modo in relazione al bacino dell’Adige.
Aspetti profondamente legati tra loro e interessati dall’impatto del cambiamento climatico che è sotto gli occhi. Lo abbiamo visto con l’emergenza idrica di quest’estate, una crisi che il Trentino è stato in grado di gestire anche grazie agli investimenti fatti nel tempo e sul quale sono chiamati ad impegnarsi anche i territori confinanti.
È una sfida infatti che si può vincere solo assieme. Questo appuntamento è quindi un primo passo del lavoro che siamo chiamati a fare tutti insieme nel prossimo futuro. Per la gestione del nostro ‘oro blu’ sarà fondamentale trovare un meccanismo win win, dove tutti gli aspetti – idroelettrico, agricoltura e tutela degli ecosistemi – saranno vincenti”.
Con queste parole il vicepresidente e assessore all’ambiente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina ha sottolineato l’importanza di un tema estremamente attuale, come hanno dimostrato le cronache di quest’estate, aprendo i lavori del workshop Nexogenesis, il progetto europeo che per il caso di studio italiano vede al centro il fiume Adige, il secondo corso d’acqua italiano.
L’obiettivo finale è sperimentare un nuovo paradigma scientifico che consenta di migliorare le scelte pubbliche sull’allocazione della risorsa fra i vari utilizzi (potabile, a mantenimento di un ambiente sano, idroelettrico, irriguo, ittiogenico e industriale).
Organizzato con il supporto di Aprie, Agenzia provinciale per l’energia (l’ente Provincia ha competenza in materia di acque pubbliche ed è responsabile della definizione e applicazione del Piano Generale di Utilizzazione delle acque pubbliche) il workshop ha messo a confronto i ricercatori e i portatori d’interesse coinvolti in Nexogenesis.
Progetto finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea, iniziato nel settembre 2021 e che proseguirà fino al 2025. Il consorzio che gestisce il progetto vede la presenza di partner di ben 11 paesi europei e inoltre dal Sud Africa. I partner italiani sono Eurac research, Fondazione Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici e Fondazione Universita Ca’ Foscari Venezia.
Il caso di studio italiano (sui quattro totali) è rappresentato proprio dal fiume Adige, dalla sorgente, nel cuore delle Alpi, fino al mare Adriatico (dunque con i suoi 409 chilometri complessivi, di cui circa 75 in Trentino), e indaga i trend futuri di disponibilità e di domanda di acqua con lo stretto coinvolgimento degli stakeholder locali.
L’incontro ha rappresentato un’occasione importante di confronto fra i portatori di interesse nei settori economici che utilizzano l’acqua pubblica nel bacino dell’Adige e a cui viene chiesto di evidenziare quali tipologie di informazioni possono permettere di migliorare le scelte pubbliche sull’allocazione della risorsa fra i vari utilizzi.
Ai portatori di interesse viene chiesto di dare il loro punto di vista non solo rispetto alla disponibilità idrica per il loro settore, ma con riferimento al rapporto tra gli obiettivi e le necessità dei molteplici settori in cui la risorsa è impiegata.
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