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Trento

Chiusura sale giochi, imprenditori furibondi: «Traditi da Fugatti»

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Tutti noi, nessuno escluso, vorremmo eliminare la ludopatia che è una vera e propria dipendenza in continua crescita anche in Italia. Anche tra i giovani.

I danni alla salute causati dalla ludopatia hanno una gravità simile a quelli causati da droghe e alcol. Forse sono danni meno evidenti ma sempre devastanti.

In Italia questa colpisce oltre un milione di persone. Un trend in continua crescita soprattutto a causa del web. Dove non solo accedere al gioco d’azzardo è più facile, ma dove è anche più semplice nascondersi agli occhi degli altri e passare intere notti davanti al monitor di un p.c. oppure di un Iphone.

Anche il Trentino non fa sconti e i giovani digitali che giocano d’azzardo nei siti web è in forte e pericolosa crescita. Non è servita neppure la delibera del presidente Fugatti a fermare il fenomeno. Anzi, dal punto di vista economico ha messo in ginocchio un intero comparto nella nostra regione.

Nella nostra provincia sono state chiuse 37 aziende con il licenziamento di oltre 200 persone. Un vero bollettino di guerra che si aggiunge anche ai mancati introiti di oltre 50 milioni di euro che mancheranno nelle casse della nostra provincia ogni anno. Un ecatombe dopo il periodo drammatico della pandemia e del caro – bollette.

«Con il 12 agosto 2022 in Trentino il comparto imprenditoriale (composto sia da noi gestori, installatori e manutentori di apparecchi su incarico dei concessionari statali, sia dagli esercenti, cioè i titolari dei locali in cui gli apparecchi sono installati), nella sostanza, scomparirà. A ciò conseguirà la vanificazione di centinaia di posti di lavoro (ogni sala impiega in media circa 5 dipendenti) e la evaporazione di investimenti milionari fatti dalle aziende (in buon numero di natura familiare)» Spiegano Giancarlo Alberini e Domenico Distante presidenti nazionali e del Trentino di SAPAR

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Gli imprenditori Trentini sono sul piede di guerra anche perché il Trentino è stata l’unica provincia italiana a legiferare in tal senso pur sapendo che fra pochi mesi entrerà in vigore la tanto attesa legge delega per il riordino del settore a livello nazionale alla quale la giunta provinciale dovrà adeguarsi. Quindi anche in Trentino si dovranno riaprire le sale da gioco. 

Il sottosegretario Federico Freni (MEF) aveva inviato una lettera ai Governatori, invitandoli a sospendere le varie iniziative regionali peggiorative per il settore del gioco  anche perchè il loro contributo  era necessario per addivenire ad una soluzione della “questione territoriale” che tuteli i soggetti più deboli e vulnerabili da un lato ma nello stesso tempo consenta agli operatori di continuare nella loro attività imprenditoriale senza dover subire danni economici.

Chi pensa che la decisione che fissa una distanza minima di 300 metri dai luoghi cosiddetti “sensibili”, come scuole, centri giovanili e centri anziani, possa risolvere il problema della ludopatia si sbaglia comunque di grosso.

Nell’arco di poco tempo dalla chiusura delle sale il gioco legale sarà rimpiazzato dal gioco illegale in rete con traumatiche conseguenze in ambito sociale e sanitario senza considerare la perdita delle risorse erariali oltre i ben noti problemi occupazionali.

Sulla rete pullulano infatti migliaia di siti dove è possibile scommettere in svariati ambiti: sport, casinò e slot machine, bingo, poker, lotterie istantanee. Il giocatore è così sottoposto a maggiori stimoli, non riesce a controllarsi, diventa compulsivo e finisce col cadere nella rete della dipendenza. Era necessario intervenire in questo senso. 

«Una decisione incomprensibile – spiegano Dino Rebek e Sandra Dakic soci della Di.Sa. srl titolare di 8 sale da gioco in Trentino – dopo che solo qualche giorno prima del 12 agosto ci era stato promesso dall’assessore Failoni e dal Governatore Fugatti che sarebbe stata firmata la proroga allineandosi così al resto d’Italia. Ma ancora più clamorosa se si pensa che Matteo Salvini ha sempre sostenuto la proroga dissocciandosi dallo stesso Fugatti più volte.» 

Per correttezza d’informazione la delibera fu firmata grazie ai voti della Lega, ad eccezione di Failoni che si astenne, e i 3 consiglieri di Fratelli d’Italia che votarono contro.  Il consiglio provinciale di Trento respinse anche l’emendamento all’articolo 22 dell’Assestamento di bilancio presentato dal consigliere di Fratelli d’Italia Claudio Cia con il quale si chiedeva di posticipare l’entrata in vigore del distanziometro di 300 metri previsto dalla legge del 2015.

«Vogliamo tornare a fare il nostro lavoro, noi non siamo criminali e portiamo legalità – aggiunge Dino Rebek – le nostre aziende lavorano da oltre 20 anni in Trentino versando oltre 6 milioni di tasse dirette e indirette nelle casse del Trentino ogni anno, per un pugno di voti Fugatti ha trasformato il nostro lavoro in una sua personale campagna elettorale forse perchè come politico non ha nulla da dire»

Nel caso della Di.Sa. srl, c’è stata la chiusura praticamente di tutte le 8 sale e il licenziamento di oltre una ventina di persone. Rebek ha protestato vistosamente davanti ad una delle sale con tanto di cartello affisso sulla porta d’entrata (vedi foto)

«Dopo la multa di 20 mila euro ricevuta nella sala di via Milano abbiamo fatto subito ricorso – spiega Rebek – ma ci ha colpito anche il fatto che gli stessi agenti di polizia Municipale non sapessero bene come elevarla visto che anche loro erano sicuri che sarebbe stata firmata la proroga. Ora i soldi invece che nelle casse del Trentino finiranno nella mani della mafia, alla Caiman, a Dublino, Malta o in altri paradisi fiscali visto che il 90% dei siti dove si gioca di azzardo hanno la sede legale all’estero»

Sono molte le domande a cui Dino Rebek chiede risposta: «Perché Fugatti si è messo contro Salvini? Perché ha regalato 50 milioni di euro di tasse agli stati esteri? Perchè questa politica sbagliatissima e opportunista? Perchè da sempre la Lega combatte per il nostro settore ed invece il presidente del Trentino no? Perchè ha deciso di chiudere un comparto che porta legalita, sicurezza del giocatore e lavoro? Siamo stati traditi dalla giunta provinciale!»

Anche rivolgersi all’assessora Segnana, competente in materia insieme a Roberto Failoni non è servito a granchè: «L’assessora Segnana non ci ha mai nemmeno risposto e mi chiedo come si possano prendere decisioni simili senza almeno sentire quello che dobbiamo dire» 

E si fa presto a dire anche che i titolari delle sale lo sapevano da 7 anni che sarebbe cambiata la legge in Trentino: «Molti di noi hanno fatto degli investimenti in leasing superiori ai 10 anni, questa scusa non regge»

E ancora, conclude Dino Rebek: «La scelta di Fugatti ha portato illegalita, perdita di posti di lavoro, gravissime ricadute per le casse provinciali e nessun beneficio per i ludopatici che giocheranno in rete più di prima e senza controllo alcuno. È come se domani chiudessero i bar per curare gli alcolizzati oppure i tabacchini per curare i tabagisti. Insomma una contraddizione e inconguenza unica in tutta l’Italia».

Ricordiamo che Giancarlo Alberini, presidente della Delegazione Trentino di SAPAR, si era opposto alla decisione della Giunta Fugatti ricordando anche che «la tutela della salute pubblica, lo abbiamo sempre sostenuto, è essenziale, ma ci pare che ciò avrebbe dovuto essere ponderato ed equilibrato con la tutela, altrettanto necessaria, dell’imprenditoria e dei lavoratori (osserviamo – fonte: relazione della Giunta Provinciale sull’attuazione della legge n. 13/2015 protocollata presso la Provincia Autonoma di Trento in data 15.10.2021 – che nel 2019 gli utenti in carico al Serd per problematiche collegate al gioco d’azzardo patologico erano 77; nel 2020 erano 72: viene spontaneo chiederci cosa la nostra Provincia stia attendendo per impedire la rivendita di alcolici, atteso che gli utenti seguiti dal Serd per problemi relativi all’alcool si approssimano, forse superandoli, ai 2300)».

In una nota Alberini prende atto della «indisponibilità manifestata dalla politica a concedere una proroga, anche solo biennale, nonostante le sospensioni totali dovute al Covid che hanno falcidiato la nostra attività; nonostante l’imminente promulgazione di una legge nazionale relativa al settore del gioco pubblico; nonostante le conseguenze assolutamente negative causate dalla attuazione di una disciplina caratterizzata da un evidente effetto espulsivo con implementazione del gioco online; implementazione della vendita della restante offerta di gioco pubblico; implementazione del gioco illegale ecc. ecc.)», esprimento il rammarico per un atteggiamento che «non possiamo non ritenere piuttosto sorprendente, come cittadini, prima di tutto, come imprenditori, subito dopo».

Alberini ricorda anche come il rinvio dei divieti fosse ormai cosa fatta anche in virtù delle parole pubbliche di Roberto Failoni che spiegava che «una soluzione si sarebbe trovata senza nessun problema in assestamento di bilancio»

«Ebbene francamente stentiamo a comprendere: a fronte di esternazioni così nette e sicure da parte del titolare di un assessorato di enorme peso nell’ambito della nostra Provincia, non vi è stato chi – del tutto comprensibilmente – non riponeva affidamento in quella che sembrava essere una iniziativa di buona politica, vale a dire di politica attenta alla realtà dei fatti e pronta a rinvenire soluzioni rispetto alle criticità. Siamo rimasti basiti per l’assenza delle sigle sindacali alla vicenda che comporterà il licenziamento di 200 dipendenti senza contare tutto l’indotto che segue il comparto» – aggiunge Alberini che poi conclude: «Va ricordato che nelle medesime distanze dai luoghi ritenuti sensibili stiamo vedendo giocare con tutte le tipologie di gioco : quali lotteria istantanea del Gratta e Vinci scommesse sportive e gioco on – line che a parità creano dipendenza dal gioco e ci chiediamo a cosa serve vietare un sistema di gioco lasciando la presenza di tutti gli altri? Evidentemente ci sono degli interessi dietro a queste scelte? Certo rimane da chiedersi, a questo punto, che senso abbia avuto tutto ciò».

 

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