Italia ed estero
The Great Resignation: un fenomeno che preoccupa ma che apre le porte al cambiamento

“The Great Resignation” ovvero “Grandi Dimissioni” è un fenomeno che ha coinvolto circa 300 mila persone solo nel primo trimestre del 2022.
Ma cosa spinge le persone a dare le dimissioni? Cosa si cerca, ora, nel lavoro?
Di fatto, la Pandemia del 2020 è stata il primo passo di questa specie di rivoluzione del lavoro. Improvvisamente, tutti abbiamo dovuto adattarci a lavorare da remoto. Nonostante le difficoltà iniziali, si è però scoperto anche che questo nuovo modo di lavorare non solo era meno stressante, ma anche più elastico ed adattabile ad uno stile di vita che – a quanto pare – sembra essere ora di gran lunga preferibile rispetto a quello “classico” (questo, ovviamente, quando non ci si è trovati a lavorare molte più ore del dovuto).
Improvvisamente, fare carriera e lavorare 8 ore in ufficio (anche se spesso con un buon stipendio) non è più ciò a cui si va ad ambire. Molte persone, infatti, sembrano ora preferire uno stile di vita più flessibile e tranquillo, senza lo stress a cui si era abituati prima del 2020. Una vita più “libera”.
Gli ultimi due anni hanno completamente rivoluzionato il mondo del lavoro e lo stile di vita della gente. Questo cambiamento, se ben sfruttato, non sarà però un qualcosa di negativo, anzi.
L’essere umano ha ampiamente dimostrato di sapersi adattare ad ogni situazione. Appena era esplosa la pandemia di Covid-19, tutti eravamo preoccupati sul come fare con dei ritmi e con delle regole nuove. Ora, invece, fatichiamo a ritornare a quei tempi che tanto ci erano mancati. In molti hanno visto la pandemia come un momento di riscoperta personale, un punto di svolta per cambiare vita, per smettere di “perdere tempo” e realizzare i propri sogni (o almeno tentare).
Dove una volta si cercava la stabilità economica prima di tutto il resto, ora si cerca una stabilità interiore: per molti la precedenza la hanno ora la famiglia e la realizzazione personale non più su un piano prevalentemente economico ma specialmente umano. Si vuole dare un senso diverso alla vita e al termine “lavoro”.
Nulla cambia più l’uomo di una situazione dove tutto sembra poter finire o andare perso in un battito di ciglia. Bisogna solo restare attivi e pronti a cogliere ogni possibile occasione: questo “Great Resignation” è solo l’inizio di un capitolo molto più ampio che il nostro presente sta ancora scrivendo. Sta all’uomo interpretarlo in maniera efficace in vista di un futuro forse più incerto ma meno duro da vivere a livello mentale.
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