Istat, occupazione in aumento, ma precaria. Resta indietro quella femminile

Pubblicità

Pubblicità

I dati Istat sul lavoro segnano un saldo positivo negli ultimi tre mesi, con 120 mila occupati in più rispetto al trimestre precedente e 905 mila in un anno.

Questo, grazie soprattutto ai contratti a termine che in un anno sono aumentati di 412 mila unità. Crescono, ma in modo meno vistoso quelli a tempo indeterminato, con 369 mila contratti in un anno, ma anche gli indipendenti segano un +2.6% rispetto al 2021.

Tra i settori che più hanno registrato un aumento dei contratti, c’è l’edilizia che segna un vero e proprio boom di addetti, quasi un milione e mezzo di nuove assunzioni.

Pubblicità

Pubblicità

In questo scenario positivo, restano però delle grandi differenze nel mondo del lavoro, con l’occupazione femminile che resta indietro rispetto a quella maschile. Infatti, se il tasso di occupazione maschile aumenta dello 0.7%, quello delle donne cresce del solo 0.2%.

Una fotografia molto più chiara arriva dal centro studi di Intesa San Paolo che rileva, come nel 2021 solo il 55% delle donne aveva un impiego, contro una media europea del 68%. Nel suo rapporto, l’Istat rivela inoltre, che il canale preferito per la ricerca di lavoro resta quello informale, ovvero rivolgersi a parenti e amici, anche se cresce l’uso di metodi tradizionali.

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità