Trento
Lavoratori contro Muse e cooperative, Bisesti: «Via a 30 assunzioni e attenzione alle condizioni di lavoro del personale esterno»
La provincia attenzionerà le condizioni di lavoro proposta dalle cooperative esterne

“Il miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori impegnati con diverse professionalità all’interno del Muse è una priorità di cui l’Amministrazione provinciale si sta occupando da tempo: in seguito ad un piano approvato e portato avanti sono internalizzate 30 posizioni. Le ultime procedure selettive sono in corso”. Così l’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura, Mirko Bisesti, che ricorda peraltro come l’organizzazione della struttura museale preveda che alcune specifiche mansioni vengano esternalizzate, attraverso il ricorso a realtà private, alle quali il Muse ha garantito la propria collaborazione sotto il profilo organizzativo.
“Le 30 nuove posizioni lavorative consentono alla struttura di gestire direttamente una parte dei servizi di mediazione, orientamento e animazione dei visitatori e delle attività connesse, che attualmente erano svolte da personale esterno e con un miglioramento importante per i lavoratori – aggiunge Bisesti -. Per quanto riguarda i lavoratori delle cooperative esterne, alle quali sono affidati in appalto alcuni servizi, l’esecutivo garantisce la propria attenzione per la nuova contrattazione che sostituirà quella avviata nella scorsa legislatura”.
Le dichiarazioni dell’assessore Bisesti arrivano l’indomani della protesta dei lavoratori che ieri davanti al Muse hanno tenuto un sit in. Va chiarito che da anni didattica, biglietteria e prenotazioni, al Muse, sono affidati a personale assunto da cooperative, in appalto. Nella manifestazione di ieri i sindacati hanno ribadito che i diritti alle ferie, a un orario chiaro e comunicato con congruo anticipo, alla fruizione dei permessi continuano a essere calpestati, nel rimpallo delle responsabilità tra il museo e le cooperative.
Il partecipato presidio di ieri mattina ha messo in luce il diffuso malessere di tanti lavoratori e lavoratrici. Attualmente le cooperative coinvolte sono CSV (subentrata alla fallita Mimosa scs); Socioculturale s.c.; Coopculture s.c.
A fare il punto è Roberta Piersanti, della Funzione Pubblica Cgil. «Il primo appalto è del 2018 e, da allora, 120 professionisti si sono dimessi per l’inconciliabilità del lavoro con la vita extralavorativa. Le problematiche sono molte».
Fra i punti contestati anche molte delle ferie segnate come fruite nelle buste paga che non sono state né richieste dai lavoratori né imposte dal datore di lavoro: «sono state utilizzate a posteriori per completare l’orario di lavoro, come strumento di gestione dello stesso perché (e questo è stato messo per iscritto) in previsione della conclusione dell’appalto le Cooperative non “concedono” più banca ore negativa» – spiega Roberta Piersanti
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