Le Vignette di Fabuffa
Femminicidi, c’è ancora molto da fare

Alla fine della settimana scorsa (in Italia) erano 43 le donne vittime di femminicidio: dall’inizio del 2022.
Una cifra destinata ad aumentare già in questi giorni, se verranno confermate le statistiche, impietose e feroci, di questi ultimi anni. 43 donne ammazzate da mariti, compagni, ex o attuali, o semplicemente da criminali che si erano invaghiti di loro, pretendendo che l’amore (amore??!!) fosse ricambiato.
Nel 2019 gli omicidi commessi in Italia sono stati 315, di questi 109 sono stati femminicidi. Nel 2020 su 206 uccisioni, 117 vittime erano donne, mentre il rapporto del 2021 è stato 304 a 119.
L’uccisione di una donna da parte di un uomo, che pretende di riavere il suo amore, è l’abbinamento criminale della ferocia umana tra il senso perverso di possesso, una malata pretesa di avere potere verso la femmina, l’incapacità di molti maschi di garantirsi un’indipendenza pratica e intellettuale, quindi la disperata consapevolezza di dover poggiare (sempre) su qualcuno.
Un po’ come i bambini con la madre, ma qui ci sarebbe da entrare in una dimensione psicosociale (forse addirittura antropologica) che è meglio tenere a distanza.
A ciò si aggiunga una legislazione che, malgrado i passi avanti fatti negli ultimi anni, ha ancora lacune: sono ancora le donne vittime di violenza a dover andarsene altrove, spesso in una dimensione di protezione che diventa nascondimento che si trascina nell’oblìo, per evitare che la ferocia dell’uomo (anzi del maschio) si riproponga per terminare un lavoro criminale.
Quasi mai è l’uomo, colpevole, ad essere costretto a lasciare il luogo di vita e spedito a rintanarsi in un soggiorno obbligato a centinaia di chilometri da casa.
E, atrocità su atrocità, in questo malato rapporto tra uomo e donna spesso ci sono i bambini, che subiscono un dramma che lascierà loro cicatrici nella memoria e nel cuore, difficilmente rimarginabili. Bambini molte volte orfani di madre.
La vignetta che proponiamo dice, “non mi farò più zittire, ho imparato a mordere”, come un sogno che si trasforma in realtà, in cui le donne addentano quella mano sulla loro bocca, che le vuole mute e silenziose e si mettono ad urlare la richiesta d’aiuto, soddisfatta da una società finalmente matura nel rapporto tra maschio e femmina.
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