Trento
120 mila spettatori in delirio per Vasco Rossi, Trento entra nella storia della musica

La Trentino Music Arena ha cominciato a riempirsi stamattina alle nove, in una giornata dal clima estivo, dove tutto ha funzionato perfettamente. Il grande serpentone dei fan di Vasco ha avanzato con incredibile continuità dalla tangenziale e da viale Verona con la costanza di un orologio svizzero.
Coppie che si tenevano per mano, gruppi di amici super allegri, intere famiglie, gente di tutte le età hanno cominciato l’avvicinamento all’area di san Vincenzo con emozione, allegria, e la consapevolezza di entrare nella storia musicale italiana.
Nei prossimi anni 120 mila persone potranno dire: «Io c’ero», al secondo più importante concerto di sempre in Italia per quanto riguarda la partecipazione di pubblicao pagante secondo solo a quello di Modena del 2017. Un evento insomma unico nel suo genere.
All’inizio il colpo d’occhio è impressionante. La Trentino Music Arena è una colossale spianata per 120.000 anime rock che non vedono l’ora di emozionarsi dopo interminabili giorni di attesa. Trento per una volta diventa la capitale indiscussa della musica italiana.
Il palco in questa notte magica sembra più grande del solito, larghissimo, alto come un palazzo, quasi esplosivo. Dopo l’esibizione delle band del contest Euregio Rock Vasco Rossi ha atteso che cali il buio per iniziare. Vasco arriva in elicottero da Fai della Paganella dove alloggia, sorvolando la Trentino Music Arena e atterrando nella vicina aviosuperficie “G. Caproni“. Da lì, in macchina, raggiunge l’area del concerto, in località San Vincenzo. Alle 21.30 eccolo salire sul palco con gli spettatori in visibilio quando ormai è quasi buio.
Il blasco parte subito pigiando sull’acceleratore con undicesimo comandamento, traccia dell’ambum «Siamo Qui» pubblicato il 15 ottobre 2021. E non poteva essere altrimenti visto la situazione politica mondiale.
Con l’album «Siamo qui» Vasco Rossi ha ripreso il rock degli anni ’60 e ’70 trasformandolo in attuale. E come si sente!
Seguono poi «L’uomo più semplice» e «ti prendo e ti porto via». Le canzoni volano via come d’incanto fino a quando arriva la scossa: «C’è chi dice no», «Gli spari sopra» fanno salire la temperatura a mille e poi l’interminale e mitico assolo di chitarra di Burns nella canzone «Stupendo» mette i brividi in fondo alla schiena.
Intanto il palco è una macchina perfetta, sembra quasi un ideale Luna Park del rock, una girandola di immagini enormi e sparate che amplificano il volto del Komandante, ma esaltano anche i dettagli del lessico rock: chitarre, microfoni, mani che scorrono su tastiere, i legni della batteria, e Vasco questo Luna Park lo sfrutta fino in fondo, incita il pubblico, lo fa ballare. La gente è quasi incredula si abbraccia, ride e canta felice: «Ma è lui? È Vasco Rossi? È qui a Trento? mi pare di sognare!»
Con Rewind, l’inno del Vasco gaudente che ci invita a prenderci la vita, a godere, a non soffrire di bigotti sensi di colpa il pubblica canta nuovamente con lui. “Fammi godere” urla e con lui gode il pubblico, con qualche reggiseno che vola. E poi via con «Delusa», «Eh Già» e «Siamo Qui»
La gente non è stanca, anche se una bella fetta di pubblico è qui da giorni, molti hanno sopportato il caldo per una intera giornata, ma è niente di fronte alla carica che arriva dal palco. Ma arriva un momento di calma con «Toffee» e «Sally», e allora tutti a cantare muniti di accendini.
Con «Siamo solo noi» si comincia a percepire l’aria del gran finale. Scritta nel 1981, fra pochi giorni compirà 41 anni, è entrata nella leggenda per aver raccontato all’epoca lo scontro generazionale iniziato alla fine degli anni 60 e proseguto negli anni 70. Una canzone che parla della ribellione dei giovani nei confronti dei genitori troppo severi e rigidi.
Dai riff nell’apoteosi di «Siamo solo noi» si passa poi a «Vita spericolata», che funziona sempre, che tutti vogliono cantare, che tutti sanno a memoria e aspettano alla fine del concerto. Siamo ormai all’apoteosi per i 120 mila presenti. Il vero finale è, e deve essere sempre Albachiara, da quando Vasco una volta che pensava di non cantarla si rese conto che la gente non aveva alcuna intenzione di andarsene.
Da allora la canta sempre, alla fine, ma questa volta a Trento suona come la carezza definitiva, un saluto struggente all’orizzonte che nella notte è diventato lunghissimo, senza fine.
Il finale come sempre è pirotecnico e il pubblico esplode per l’ultimo abbraccio. Il ritorno del Blasco dopo 3 anni di silenzio si è fatto sentire, con le note, ma soprattutto con il grande cuore. Quello di stasera a Trento è stato uno dei concerti più importanti del mondo in termini di spettatori paganti. In Italia probabilmente rimane dietro solo a quello del 1° luglio 2017 eseguito all’autodromo di Modena, dove Vasco ha festeggiato i 40 anni di carriera in grande stile!
Con più di 225 mila persone, Vasco a Modena aveva raggiunto il primato mondiale per il più alto numero di spettatori paganti a un concerto solista, un record incredibile degno di un uomo che entra di diritto nell’Olimpo della musica.
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