Vita & Famiglia
Aborto. Da Pro Vita l’attacco ai Radicali: «Bugie e conflitti d’interessi sulla pelle delle donne»

«Sinistra e Radicali, in una conferenza stampa promossa alla Camera per fare il punto sulla legge 194 a 44 anni dalla sua entrata in vigore, puntano ideologicamente il dito contro gli obiettori di coscienza dimenticando la salute delle donne e la Vita dei nascituri. Gli obiettori di coscienza, o i medici che si rifiutano di fare aborti, oltre ad essere un diritto umano previsto addirittura dall’ingiusta 194, nei decenni sono aumentati perché oggi basta un’ecografia per dimostrare che l’embrione è un minuscolo essere umano. Semplicemente sempre più professionisti si rifiutano di “frullare bambini”, come direbbe il più volte citato come esperto di aborto, il dottor Silvio Viale». Sono le dichiarazioni di Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia.
«Secondo queste signore l’accesso all’aborto è ostacolato se non addirittura negato», prosegue Ruiu. «Ma oggi se una donna vuole abortire lo può fare, a spese dello Stato, mentre le sono negati gli aiuti e le proposte concrete “per superare le cause che potrebbero indurre” all’aborto” come afferma l’art. 2 della 194. Stupisce, inoltre, che oggi sia stato citato l’art. 15 che prevede le “tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza” da chi sponsorizza acriticamente la RU486, cioè un metodo che mette maggiormente a rischio la salute delle donne».
«Alla Camera, inoltre, a “condurre” c’era la dottoressa Mirella Parachini, ginecologa e vice segretario dell’associazione Luca Coscioni, la stessa che ha partecipato agli studi presi in considerazione per l’emanazione delle linee guida del ministro della Salute Roberto Speranza, che hanno rimosso l’obbligo di ricovero, banalizzando le conseguenze dell’assunzione della pillola RU486.
A lei chiediamo: perchè i pareri degli organi (CSS e SIGO) sono stati secretati? Lei e i suoi colleghi collaborano ancora – come da loro stessa ammissione in questo documento – con Exelgyn e Nordic, le case farmaceutiche che producono, distribuiscono e guadagnano dalla vendita della RU486?
Non vorremmo pensare ad un clamoroso conflitto di interessi. Basta bugie e basta inganni! Perché a rimetterci sono sempre i bambini e le loro mamme, vittime ignare di un’ideologia che non guarda in faccia a nessuno! Le donne si meritano di più».
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