Trento
Marina e la figlia disabile di 11 anni vengono sfrattate: “Non abbiamo aiuti, stiamo aspettando Itea”

“Danno la casa a tutti. Perché ad una bambina disabile con sua madre non lo danno? Perché? Non riesco proprio a capirlo. Mi viene da piangere pensando alla nostra situazione”: Così, con la voce spezzata Marina comincia a spiegarci la sua storia.
Marina Pilleri Consuelo è una 49enne sarda che vive in Trentino ormai dal 2017. La figlia di 11 anni è disabile, soffre di autismo.
Marina ha infatti dovuto abbandonare il lavoro per riuscire a seguire la bambina. Le due vivono grazie ad una piccola pensione che viene assegnata alla bimba disabile. Risiedono in un appartamento a Santa Maria a Rovereto.
“Ci hanno anche tolto il reddito di cittadinanza per delle questioni burocratiche. Mi viene da piangere.
Un po’ di tempo fa mi hanno chiamato e mi hanno detto che sarei stata sfrattata– ci spiega la donna in lacrime- Non posso lavorare anche per i miei problemi di salute e per due anni non ho potuto pagare l’affitto”.
Lo sfratto per la famiglia era previsto per ieri, giovedì 28 aprile ma poi, dopo alcuni giorni di telefonate, si è riusciti a raggiungere la proroga fino al 30 maggio.
Poi, oggi è arrivata la telefonata: “Mi ha telefonato l’assistente sociale dicendo che sarebbe disponibile una casa Itea con però solamente una camera da letto– continua la madre- Mia figlia ha 11 anni, non è autosufficiente, credo avrebbe diritto almeno ad una camera per sé.
Non può essere questa l’unica risposta che può darci Itea. Una soluzione di quel genere sarebbe del tutto inadeguata per la nostra situazione.
Ci troviamo al 30 maggio per strada. A 49 anni dovrei andare in un centro d’accoglienza, mi hanno detto, dopo aver lavorato una vita. E’ anche venuto l’ufficiale giudiziario dicendo che avrei dovuto sgomberare casa. Io ho dovuto lasciare il lavoro per seguire la bambina. L’assistente sociale mi ha detto che non eravamo più nelle liste d’emergenza.
Già in questa casa ci sono dei problemi. Mia figlia in ogni caso ha delle esigenze, quando devo farle la doccia devo salire su uno sgabello…
Avrebbe bisogno almeno di una casa piano terra dove anche lei possa uscire senza problemi e poter vivere decentemente”. Marina riceve mensilmente dei pacchi alimentari per poter mangiare e la sua situazione è disperata. Nessuna delle associazioni o dei politici da lei contattati, ci spiega, l’ha aiutata.
E’ sconfortata e si sente totalmente abbandonata dalle istituzioni e dallo Stato:” Non è per me, è per la bambina. Vorrei potesse avere una vita normale, migliore.
Vorrei potesse avere la sua cameretta, uscire fuori– conclude Marina- Chiedo solamente avere un po’ di serenità con mia figlia. Solo questo. Vorrei solo che qualcuno con un po’ di cuore aiutasse me e mia figlia”.
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