Piana Rotaliana
Danni da bostrico dopo Vaia: finestra didattica per gli studenti FEM

Ha riscosso grande interesse da parte degli studenti della Fondazione Mach l’incontro didattico sul problema del bostrico nelle foreste trentine.
Una finestra formativa proposta nei giorni scorsi dal Centro Istruzione e Formazione dal titolo “Gli scolitidi tra cambiamenti climatici e interventi selvicolturali” che ha visto coinvolgere le diverse realtà che si occupano di fronteggiare questa problematica, a cominciare dalla stessa FEM con le attività di sperimentazione e monitoraggio curate dal Centro Trasferimento Tecnologico ma anche con gli esperti della Provincia autonoma di Trento, dell’Università di Padova, della Provincia autonoma di Bolzano e del Comune di Levico.
Un appuntamento che, oltre all’approfondimento disciplinare su problematiche contingenti e di significativa importanza, ha rappresentato per gli alunni un’esperienza concreta di confronto con ricercatori e professionisti.
Gli interventi proposti agli studenti dell’articolazione Gestione Ambiente e Territorio hanno riguardato il problema degli scolitidi nell’arco alpino, le strategie gestionali dei boschi bostricati e le prospettive future, la biologia e la dinamica di popolazione attuale nel triveneto, la gestione dei boschi altoatesini in seguito ai ripetuti schianti e gli esempi di gestione delle emergenze nel comune di Levico.
Durante l’incontro è stato spiegato che le infestazioni di bostrico tipografo sono una naturale conseguenza degli eventi calamitosi che comportano abbattimento di grandi quantità di massa legnosa. Nelle Alpi nordorientali a seguito della tempesta Vaia sono stati messi in atto i necessari interventi di prevenzione, consistenti nello sgombero in tempi rapidi delle aree schiantate, compatibilmente con le capacità organizzative locali. Nonostante ciò, le pullulazioni di bostrico si sono sviluppate e i danni manifestati in tutte le Regioni interessate, con diffusione ed entità progressivamente crescenti dal 2019 al 2021.
Il monitoraggio con trappole a feromoni e la sorveglianza del territorio permettono di seguire il fenomeno e delineare la dinamica di popolazione dell’insetto, con implicazioni anche nella previsione dell’evoluzione delle infestazioni, resa complessa in un contesto di cambiamento climatico. Parallelamente alle strategie di contenimento tradizionali (bonifica fitosanitaria) si sperimentano tecniche di controllo innovative, quali “trap trees” e “push&pull“.
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