Le Vignette di Fabuffa
Italiani sempre traditi, prima dalla politica e poi dal calcio

Il calcio italiano, dopo l’illusione con la vittoria agli europei dell’estate scorsa, si ritrova ad essere quello che è: un carrozzone, senza capo nè coda, guidato da personalità che, gira e rigira, sono sempre le stesse, che da anni commettono gli stessi errori e dimostrano le stesse incompetenze.
La vittoria dell’europeo è stata la classica polvere nascosta sotto il tappeto, un po‘ come accadde nel 2006, quando il successo ai mondiali di Germania, nascose per qualche settimana la maccheronica condotta di certi dirigenti sportivi, che ancora adesso pontificano dai pulpiti e in tivvù.
L’altra sera è bastata la modestissima Macedonia del Nord (squadra che faticherebbe ad arrivare ai play off di serie C e numero 77 del ranking uefa) per smascherare, in un’ora e mezza, la deforme condotta del mondo del calcio degli ultimi quindici anni.
Il problema non è tanto il numero eccesivo di stranieri in serie A, anche perchè, anche a livello di club, quando le nostre squadre si affacciano sulle competizioni internazionali steccano puntualmente.
Il problema ormai è chiaro: le maggiori società calcistiche, selezionano sempre più scientificamente calciatori italiani tra i 14 e i 17 anni, gli eletti vengono trattati e scresciuti come autentici campioni del futuro, però, quando si tratta di esordire in serie A, ecco che vengono stoppati e nascosti, come brutti anatroccoli.
Questi ragazzi, sui quali si è invesito molto per anni, anche a scapito di tutti gli altri giovani giocatori che sono stati eliminati da questa, spesso crudele, selezione, in un batter d’occhio si ritrovano a giocare in serie B se non addirittura in C.
Chiudiamo col considerare l’esclusione dal Mondiale sotto un altro punto di vista, certamente più pregnante rispetto a quello puramante tecnico: scusate il cinismo, ma a chi vi scrive non importa nulla che in Qatar non ci vadano Donnarumma, Verratti, Insigne, Immobile…In questo momento, verrebbe da dire, “e chi se ne frega!!”.
Ma il mancato accesso alla fase finale della maggiore competizione calcistica, è un forte danno per imprese, produttive e commerciali, che sui gadget della nazionale (bandiere, magliette, sciarpe….) investono molto, e vedono in quella competizione uno dei pochi momenti utili per un picco di vendite e di guadagno che possa raddrizzare una situazione economica sempre più flaccida.
Dopo i continui tradimenti da parte della politica, ecco che continuano a subire anche i tradimenti da parte del calcio.
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