Società
L’Italia è uno tra i paesi più stressati in Europa. Il 18% soffre di depressione e il 4% di ansia
Italia tra Paesi più colpiti su fronte salute mentale: cause alto livello stress e persistenza stigma. Lo dice Mind Heath Report 2022

A fine febbraio Axa ha pubblicato il “Mind Health Report 2022”, seconda edizione dell’indagine sulla salute mentale (la prima è del 2020), condotta in collaborazione con Ipsos. L’obbiettivo è monitorare il benessere psicologico, emotivo e sociale specialmente a seguito di due anni di pandemia, e proporre strumenti per assicurarlo.
Il report, che si può trovare sul sito ufficiale di Axa, è stato realizzato intervistando 11.000 persone tra i 18 e i 75 anni di età, in 11 Paesi diversi dell’Europa e dell’Asia. Tra questi Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Italia, Irlanda, Belgio, Svizzera, Cina, Hong Kong e Giappone.
L’Italia risulta, insieme a Giappone e Francia, tra i Paesi la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale; i problemi vengono ricondotti all’alto livello di stress e la persistenza di una forte stigmatizzazione dell’argomento.
Quando i lavoratori sono esposti a fonti di stress, gli indici di inefficienza e assenteismo iniziano ad alzarsi, potenzialmente compromettendo la performance finanziaria e produttiva dell’impresa.
L’OCSE calcola che l’impatto economico causato da malessere mentale, emotivo, psicologico o sociale corrisponda a 4,2% del PIL, e che solo i due terzi di questa cifra sono causati da disoccupazione, assenze a lavoro, mancata produttività. Nei Paesi dell’Unione Europea il costo si aggira intorno ai 600 miliardi di euro.
Inoltre, gli italiani pongono la pandemia come uno dei fattori che ha influito maggiormente sulla salute mentale, seconda solo all’economia e all’occupazione.
Donne e giovani sono le categorie più duramente colpite dalla pandemia, per una molteplicità di fattori, primo dei quali il fenomeno della shecession (recessione che colpisce le donne molto più degli uomini: la pandemia ha colpito maggiormente i settori lavorativi a maggioranza femminile) e la mancanza di servizi adeguati: in Italia il 78% dei rispondenti (vs 38% della media degli altri Paesi) dichiara di aver perso l’accesso ai servizi di assistenza per l’infanzia e alla scuola in presenza.
Se, da un lato, il periodo di pandemia si è dimostrato una sfida, i dati dimostrano che quest’esperienza condivisa ha fatto sì che lo stigma attorno ai disturbi mentali si riducesse.
Purtroppo in Italia questo fenomeno diminuisce meno significativamente che negli altri Paesi: infatti la scelta di fare autodiagnosi, piuttosto che richiederla ad un professionista, è ai massimi in Italia, insieme a Hong Kong e Cina. Riguardo al “chiedere aiuto riguardo la propria salute mentale a famiglia e amici”, siamo gli ultimi in classifica in Europa (oltretutto con un divario profondo: la media europea è 63%, in Italia siamo a 49%).
Infine, la maggior parte dei genitori italiani dichiara non essere ancora pronta ad affrontare questo tipo di temi in famiglia. Informazioni sorprendenti, cita il report, dal momento che siamo conosciuti per l’importanza che ha la famiglia nella nostra cultura.
L’Italia fa parte di quella categoria di Paesi, insieme a Hong Kong, Irlanda e Gran Bretagna, in cui più di metà degli intervistati ha dichiarato di essere stressato. Nonostante lo stress non sia classificato come una malattia mentale, è considerato il primo passo verso problemi più seri come ansia o depressione.
Mentre lo stress spesso proviene da qualche fonte identificabile (per esempio insicurezza lavorativa o problemi economici) e quindi è “semplice” da eliminare (basterà eliminare ciò che ci causa stress), ansia e depressione hanno la caratteristica di essere più difficili da sradicare: spesso non basta la rimozione di certe pressioni esterne.
In Italia il 4% degli intervistati ha dichiarato di soffrire di ansia e il 18% di depressione.
Per concludere nonostante gli italiani ritengano che la pandemia sia una delle variabili che ha influito maggiormente sulla salute mentale, sono tuttavia tra coloro che manifestano un buon livello di ottimismo per il futuro (63% campione Italia vs 55% media Globale).
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