Trento
Rumori molesti e schiamazzi: «Da 2 anni vivo in un incubo ed Itea non risponde»
L’incredibile storia di un’infermiera costretta a vivere sotto scacco di una famiglia magrebina alle torri di Madonna Bianca

Sono sempre più numerose le lamentele di famiglie o persone costrette a subire rumori molesti o schiamazzi a tutte le ore del giorno. In qualche caso questo disagio dura da anni e mette a rischio la salute della persona che le subisce.
In una serie di sentenze la pratica giurisprudenziale ha adottato contro i rumori eccessivi e molesti anche la normativa anti-stalking.
Questa nuova segnalazione, che non è l’unica purtroppo, denuncia uno stato di inquietudine da parte di un’infermiera costretta a vivere da oltre due anni in vero e proprio incubo.
Per l’infermiera, residente in una delle torri di Madonna Bianca, i problemi iniziano oltre due anni fa quando al piano di sopra si trasferisce una famiglia magrebina con 4 figli piccoli. «In realtà – spiega la donna – in determinati momenti dell’anno vengono ospitate anche altre persone estranee alla famiglia».
Da quel momento la vita dell’infermiera diventa un vero inferno: bambini che corrono notte e giorno per la casa, televisione a volume impossibile, la mamma che sbatte i tappeti a qualsiasi ora, urla e schiamazzi a qualsiasi ora. «Io faccio i turni per via del mio lavoro, e quindi devo poter dormire anche di giorno. Cosa praticamente impossibile» – sottolinea la donna
Quando un condòmino lamenta rumori in condominio provenienti dai vicini, solitamente si rivolge direttamente a questi. In molti casi, però, il vicino rumoroso reitera il suo comportamento e alla “vittima” non resta che rivolgersi all’amministratore di condominio.
La donna ha seguito perfettamente quanto scritto sul codice civile. Quando è andata a chiedere cortesemente di fare meno rumore, il capo famiglia magrebino ha risposto: «Sono appena uscito da prigione, se vuoi posso tornarci». Una minaccia ed indicazione che non lascia dubbi.
«Quindi ho deciso di denunciare tutto all’Itea – racconta l’infermiera – visto che ora c’è la patente a punti. L’ idea sarebbe ottima ma andrebbe messa in pratica oltre che essere scritta sulla carta, sono infatti due anni che lamento rumori intolleranti da parte dei miei vicini di casa»
Per onore di verità ITEA ha risposto che «sono stati fatti degli interventi». «Peccato che questi interventi non si capisce bene in che consistano, infatti la situazione non solo non è cambiata, ma è pure peggiorata» – replica la vittima che spiega di voler solo stare tranquilla «nell’ appartamento a me assegnato e in cui pago regolarmente l‘affitto da sempre. Ma a quanto pare per ITEA non conta la mia tranquillità visto che continua a lasciare tranquilli i miei vicini maleducati»
Quando, due anni orsono, sono cominciate le prime lamentele della donna, Itea ha risposto che la soluzione abitativa della famiglia era temporanea. Ma ora pare sia diventata definitiva. A complicare ancora più le cose è il fatto che la famiglia è seguita da un’assistente sociale che pare abbia assoluta priorità decisionale su tutto. Quanto successo non è un caso isolato e viene replicato in altre lamentele che il nostro giornale ha ricevuto.
«Credo che non sia possibile vivere in queste condizioni. Chi paga ed è onesto è costretto a vivere nella paura e nel terrore, chi invece vive di assistenzialismo e sussidarietà invece gode del rispetto e può infrangere le leggi a proprio piacimento minacciando anche di morte» – Conclude la donna. E come dargli torto aggiungiamo noi.
Abbiamo accennato in apertura di articolo allo stalking. Tra le sentenze finora pronunciate relativamente a condomini molesti utilizzando la legge anti-stalking si ricorda un’ordinanza del GIP di Padova contro un uomo denunciato 8 volte per rumori nelle ore di riposo (radio a volume elevato, lanci di oggetti contro le pareti) e condannato a non avvicinarsi entro 500 metri dalla struttura condominiale.
Anche a Rimini, un uomo è stato condannato al “divieto di comunicazione” coi vicini e restrizione di permanenza nelle aree comuni per aver recato disturbo nelle ore notturne con martellamenti sul pavimento, schiamazzi, suonate di campanello.
Una donna milanese è stata allontanata dall’appartamento di residenza per stalking e rumori molesti nonostante l’insonorizzazione delle pareti. Questo campione esemplificativo delle sentenze e ordinanze emesse contro inquilini molesti è indicativo degli strumenti legislativi a disposizione dei condomini per la tutela del proprio benessere psico-fisico e della quiete pubblica. Ma è certo che ad entrare in scena in questo caso deve essere ITEA.
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