Trento
Aumentano ancora gasolio e benzina, situazione drammatica

Continua a salire ora dopo ora il costo dei carburanti nella provincia di Trento.
Le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina si fanno sentire anche e soprattutto sull’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e dei carburanti. Anche in Trentino i numeri al distributore sono da capogiro con benzina e gasolio che superano i due euro in città come nelle valli.
L’ultimo aggiornamento su infobenzina.it parla del costo della benzina del capoluogo di 2,359 euro al litro e il diesel 2,329 al litro. Ma come si vede (foto) c’è chi la vende a prezzo più alto. A rovereto il record assoluto con il gasolio a 2,519 al litro!
Da un prezzo minimo del 2,009 al litro in val di Non si passa alla cifra record di quasi 3 euro al litro (2,841 per la precisione) alla Q8 di Nogaredo ma non si scende. Il prezzo anzi aumenta a dismisura, fino a 2 euro e mezzo, se invece di un Self Service ci si imbatte in un’area servita dal benzinaio.
L’anno scorso nello stesso periodo il costo della benzina era di 1,629 mentre quello del gasolio invece di 1,494. Un aumento a dir poco allucinante.
La guerra agli italiani costa cara anche a causa della dipendenza energetica da altri paesi. Gli aumenti di più dell’80% al netto del costo originario si sommano a Iva e accise che rappresentano in tutta la penisola più della metà del prezzo totale. Situazione che difficilmente si verifica oltre confine, dove generalmente i prezzi dei carburanti sono più bassi. Come ormai risaputo sui costi dei carburanti italiani gravano anche ben 19 tasse che da ormai 70 anni devono pagare i cittadini. (si parla di circa il 35/40% dell’intero importo)
Fra queste quelle per il disastro del Vajont del 1963, per l’alluvione di Firenze del 1966, per il terremoto del Belice del 1968, per il terremoto del Friuli del 1976 e per il terremoto dell’Irpinia del 1980 o per la guerra d’Etiopia, sollo per fare alcuni esempi. L’ultimo intervento sulle accise è stato introdotto con il “Decreto Fare” del 2014 (l’unica temporanea, le altre sono ancora in vigore). Tutte queste tasse sono per fortuna fisse, ma l’iva invece aumenta in percentuale. Quindi è molto riduttivo dare tutte le colpe alla guerra o a Putin per l’aumento dei carburanti.
E le previsioni a medio termine non sono rosee. Se nel 2020 un litro di benzina poteva costare circa 1,30 e la media nazionale a fine 2021 si attestava intorno a 1,70 euro, oggi la realtà ci catapulta in un incubo economico dal quale, almeno per i prossimi mesi, sarà difficile uscire.
E gli aumenti investono anche il Gpl, con il 50% in più rispetto a un anno fa (fino a 90 centesimi al litro rispetto ad un costo di poco meno di 60). Un problema, quello dei rincari, che investe anche i gestori dei distributori.
Da lunedì 14 marzo intanto le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale tutti i loro servizi per “Cause di forza maggiore”. Inevitabile l’enorme peso sulle attività del caro carburante che nelle ultime settimane ha visto superare abbondantemente i 2 euro al litro.
La notizia arriva da “Trasportounito” che precisa come lo sciopero non sia una rivendicazione, ma un’iniziativa finalizzata a sottolineare lo stato di estrema necessità del settore. Uno stop nato soprattutto per tutelare le imprese di trasporto e impedire che le estreme condizioni di mercato penalizzino l’intero settore.
All’annuncio dello sciopero è scattato l’allarme sia per la distribuzione di alimentari che di carburante, con la possibile conseguenza di un assalto ai supermercati che potrebbe cominciare anche da questo week end, nonostante i gestori assicurino che non c’è motivo di allarmarsi.
Infine una precisione: In molti hanno affibbiato parte della colpa degli aumenti ai benzinai i quali aumenterebbero il prezzo del liquido venduto al litro per guadagnare più soldi.
La realtà è differente. Per comprendere al meglio la situazione, noi de “La Voce del Trentino” abbiamo intervistato Luca Nicolussi Paolaz, proprietario di un distributore di Trento lungo Via Brennero.
Questo aumento dei prezzi del carburante ha portato dei vantaggi ai benzinai?
“Ovviamente no. Non tutti lo sanno ma noi benzinai abbiamo un margine fisso per ogni litro venduto. Quindi con una situazione del genere le spese aumentano.
Con le commissioni bancarie e tutte queste cose in questo periodo sono sempre più alte mentre i litri erogati sono sempre minori. Il nostro guadagno di conseguenza è sempre minore“.
Ci sono quindi molte meno persone che arrivano al distributore?
“Certo, da giovedì, da quando i prezzi continuano ad alzarsi senza un limite. Rincari da 10, 15 centesimi al giorno, la gente inizia a circolare di meno”.
I rincari sono quindi dati sono dati dall’aumento delle materie prime e basta? Le tasse rimangono invariate?
“Le tasse rimangono le stesse. Se lo stato decidesse per lo meno, se non vuole toccare le accise, di bloccare temporaneamente l’Iva, il prezzo non sarebbe questo ma sarebbe di 50centesimi in meno al litro”.
Ci saranno delle diminuzioni dei prezzi secondo lei oppure continueranno ad aumentare?
“Io questo non glielo so dire. Spero vivamente che i prezzi diminuiscano perché così la gente non può andare avanti. La gente e soprattutto le aziende di autotrasporti saranno costrette a chiudere”.
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