Trento
Sanitari No vax guariti: il Governo non fa chiarezza. Trentino in attesa di direttive che non arrivano

La questione era emersa qualche settimana fa all’indomani della nuova direttiva governativa secondo la quale il personale medico e sanitario guarito dal Covid e in possesso di Green pass rafforzato non avrebbe avuto il pemesso di svolgere la propria attività in assenza di un comprovato ciclo vaccinale.
Senza vaccino, anche se guariti, non si lavora. Ovvero non si entra in ospedale, negli ambulatori e nelle case di cura e in qualsiasi altra struttura sanitaria che prevedono l’ingresso a collaboratori e dipendenti solo se si è immunizzati. Una normativa che ha letteralmente messo nel panico l’assetto del comparto sanitario trentino, da giorni in cerca di correre ai ripari contro il contrordine di Roma.
A livello locale infatti ci si era autonomamente riorganizzati per permettere la ricomposizione degli organici e il riempimento delle carenze di personale dovute a fattori strutturali preesistenti ma anche all’emergenza sanitaria.
Il problema è burocratico e per esortare l’esecutivo nazionale a velocizzare la procedura di chiarimento ieri si è riunita la Commissione salute delle regioni e province autonome alla quale è stato affidato il compito di elaborare un documento ufficiale di richiesta.
E’ infatti necessario capire al più presto quale sarà il destino dei 120 sanitari senza vaccino ma immuni al Covid-19 (di questi 90 infermieri e 30 medici) che nel frattempo stanno continuando ad esercitare la professione secondo la normativa emanata dalla Provincia di Trento.
Saraà soprattutto necessario in questo caso sciogliere il nodo della contraddizione maggiore: per le altre categorie soggette a obbligo vaccinale come ad esempio gli over 50 e le forze dell’ordine, la guarigione dal virus dà diritto al Green pass rafforzato, con conseguente possibilità di rientro al lavoro.
In questi casi inoltre, la guarigione darebbe diritto alla certificazione verde rafforzata senza scadenza, con equiparazione di fatto alla terza dose.
Non ci sarebbe dunque altra via di fronte al pronunciamento dell’Avvocatura di Stato e del Ministero della salute, se non tentare l’escamotage ‘adattivo’ tenuto anche conto dell’incoerenza delle disposizioni per le diverse categorie prese in esame.
In mancanza di nuove indicazioni, questi professionisti andrebbero di nuovo sospesi. Paradosso nel paradosso gli stessi, da guariti, non possono nemmeno più vaccinarsi.
La linea proposta dall’assessore provinciale alla Sanità Stefania Segnana rimane quella già annunciata, che porterà la problematica nell’ambito dei lavori della Conferenza Stato Regioni, all’attenzione di Mariastella Gelmini, ministro degli affari regionali e delle autonomie.
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