Alto Garda e Ledro
Sarca: nuovo incontro con i Bacini montani, chieste modifiche al progetto

La Giunta comunale ha incontrato nel primo pomeriggio di martedì 25 gennaio a Palazzo Marcabruni-Giuliani il Servizio Bacini montani della Provincia, nelle persone del dott. Lorenzo Malpaga e dell’ing. Nicola Dalbosco, presente per il Comune di Arco anche il nuovo dirigente dell’Area tecnica Carmelo Capizzi.
L’incontro, che segue il precedente del 15 dicembre, nel quale il Servizio provinciale aveva illustrato il progetto di sovralzo arginale e di adeguamento idraulico del Sarca nel tratto terminale, all’altezza dell’abitato di Arco e di Ceniga, è stato chiesto dalla Giunta per segnalare una serie di osservazioni emerse dal confronto interno dell’amministrazione comunale.
Il progetto è quello richiesto dall’amministrazione dopo quanto accaduto nell’ottobre 2020, la piena del Sarca (l’idrometro di ponte del Gobbo aveva rilevato un’altezza dell’acqua di 3,10 metri, equiparabili a una portata di circa 550 metri cubi al secondo), che ha provocato danni in particolare nella zona di Pratosaiano, Caneve e Linfano. Piena che aveva seguito di pochi mesi un altro momento critico, tra il 29 e il 30 agosto dello stesso anno.
Due, in particolare, le perplessità della Giunta circa l’ampio progetto redatto dai Bacini montani (le cui opere hanno un costo preventivato di 3,8 milioni): l’accessibilità al fiume nella zona a valle del ponte storico di Arco, che risulta limitata dalle opere in progetto, e la realizzazione di una struttura scatolare nella zona della passerella ciclopedonale che conduce al parcheggio di Caneve, il cui impatto visivo è stato valutato come inadeguato alla zona di particolare pregio in cui si verrebbe a trovare.
Per quanto riguarda la prima criticità, l’accessibilità al fiume nella zona a valle del ponte storico, i Bacini montani hanno segnalato che era già stata prevista, in seguito al confronto con i privati della zona, la realizzazione, in un tratto del nuovo argine, di una apertura, presidiata da una barriera mobile a tenuta stagna, con una apposita rampa per rendere accessibile il fiume.
Per quanto riguarda la passerella ciclopedonale, i Bacini montani si sono dichiarati disponibili a modificare il progetto. Per ovviare all’impatto visivo delle struttura scatolari, si valuteranno due ipotesi: una serie di opere di camuffamento o in alternativa la demolizione della passerella attuale e la realizzazione di una nuova, che renda non più necessaria la struttura scatolare (quest’ultima, evidentemente, dal costo notevolmente superiore).
Il Comune di Arco si è detto disposto ad accollarsi i maggiori costi causati dalle modifiche, che si ritiene siano ben giustificati dall’obiettivo di ottenere un risultato irreprensibile non solo dal punto di vista della sicurezza in caso di piena del fiume, ma anche sotto il profilo estetico e a paesaggistico.
È stata anche richiesta, da parte della Giunta, che le pulizie in alveo, necessarie per rimuovere la grande quantità di detriti che regolarmente si accumulano, siano svolte con cadenza regolare.
A questo proposito i Bacini montani hanno segnalato la possibilità di riconoscere al Comune una autorizzazione a occuparsene direttamente, in modo concordato, attingendo a manodopera che però sarà necessario reperire.
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