Trento
Ristoranti, anche in città c’è un crollo di clienti. Il gestore de ‘El Merendero’: “Futuro incerto, non siamo tranquilli”
Sono ormai passati alcuni mesi dall’introduzione del green pass e settimane dall’introduzione di quello rafforzato per entrare nei ristoranti. Dal primo lockdown è passato invece ben un anno e mezzo.
La questione Covid, sembra ancora lungi dall’essere risolta. Dalle istituzioni continuano ad essere imposte restrizioni a raffica. Le norme saltano fuori dai cassetti all’impazzata e cambiano le regole da un giorno all’altro senza tener conto di nessuno.
Tra un dpcm ed un decreto legge si chiudono, si riaprono, si “riapricchiano” le attività commerciali che sono costretta a genuflettersi davanti a ciò che viene imposto senza fiatare.
A rimetterci, naturalmente, sono sempre loro, le imprese private.
Attraverso alcune interviste, noi de “La Voce del Trentino” abbiamo tentato di capire come fosse la situazione sulle piste da sci della Val di Fiemme e del Monte Bondone.
Il turismo è crollato a picco e, dai ristoratori ai noleggiatori di sci, tutti sono in difficoltà.
Anche la situazione in città però non sembra essere particolarmente rosea.
Per tentare di capire come si sia concluso l’anno 2021 e quali siano le aspettative per questo 2022 per i ristoratori, abbiamo intervistato Christian Peroni, il gestore del ristorante “El Merendero”.
Com’è andato il periodo delle vacanze di natale? Ci sono stati turisti?
“In realtà il periodo di dicembre è andato anche bene, è stato il periodo di fine anno e inizio anno nuovo ad essere abbastanza difficile.
Gennaio è stato devastato da Omicron, dal covid e da tutto ciò che sta attorno ad esso.
Abbiamo avvertito sicuramente un calo enorme della presenza di persone sia legato al discorso della malattia che alla paura di poter uscire.
In questo momento, abbiamo chiuso il due gennaio perché abbiamo avuto in azienda dei positivi al covid. Abbiamo riaperto il 19 ed in questo momento qui la situazione non è per nulla tranquilla.
Stiamo vedendo un calo di presenze importante e cercando di capire come si evolverà questa situazione.
Sicuramente questa è una situazione che, andando a guardare avanti, non ci rende tranquilli, non ci fa guardare con serenità verso il futuro.
Ci crea delle problematiche importanti a livello di organizzazione, gestione del personale e tutto quello che consegue al fatto che dobbiamo cercare di organizzare un lavoro che non può essere fatto come dovrebbe”.
Come è stato il 2021 rispetto al 2021?
“Il 2021 ha avuto sicuramente dei momenti migliori rispetto al 2020. Andando ad analizzare i dati dei bilanci negli ultimi due anni sicuramente vedremo che i profitti sono aumentati ma solo di poco”.
Per quanto riguarda il turismo? E’ stata penalizzata la ristorazione?
“Turisti noi ne abbiamo visti pochissimi. Il settore è stato sicuramente penalizzato a causa di green pass presenze e anche paura per gli spostamenti.
Poi i dati non posso sicuramente essere io a fornirli ma la sensazione personale è che il turismo abbia avuto un riflesso minore”.
Lei sarebbe favorevole all’abolizione delle zone a colori e del bollettino covid quotidiano? Secondo lei questo provoca allarmismo e di conseguenza meno turismo?
“Diventa difficile rispondere a questa domanda. Sicuramente creare allarmismo non aiuta le aziende. Questo è un dato di fatto ma non aiuta nemmeno le persone da un punto di vista sociale.
Dobbiamo però analizzare i dati ed essere concreti per quanto riguarda quello che è la situazione reale. Il fornire dati può essere utile da un punto di vista ma anche creare allarmismo.
Negli ultimi anni è stato sicuramente creato molto allarmismo e questo non ha sicuramente giovato alle imprese”.
Per il 2022 lei non vede una situazione rosea?
“In questo momento qui no. Speriamo che le cose migliorino e vadano avanti per il meglio. Vedo sicuramente però le persone che cominciano a ragionare in maniera diversa.
Non hanno più tutta questa paura però sono ancora un po’ timorose.
Piano piano spero che nel 2022 le persone riescano a capire concretamente quelli che sono veramente i rischi concreti da quello che è l’allarmismo creato dalle istituzioni e tutto il resto”.
Per vedere l’intervista integrale al ristoratore ( clicca qui ).
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