Trento
Circonvallazione ferroviaria di Trento, la Rete insiste: «Unica via il progetto in destra Adige»

La Rete dei Cittadini di Trento, continuando con determinazione il percorso iniziato il 1° settembre 2021 ed in vista della prossima Conferenza dei Servizi, prosegue il proprio impegno per la Città ed il territorio, riaffermando il principio inderogabile per il quale, una grande opera infrastrutturale come la Circonvallazione di Trento, debba essere percepita e vissuta come tassello fondamentale di modernizzazione sostenibile e non come imposizione acritica di una visione vetusta ed obsoleta dello sviluppo dell’ambito urbano e dello stesso territorio.
Secondo la rete è «Vetusto, cioè vecchio ed usurato, il metodo tecnicamente utilizzato nell’approccio urbanistico generale all’opera gestito dagli Enti locali preposti dal 2009 ad oggi, con una visione del contesto urbano fatta a compartimenti stagni, con l’individuazione di un progetto da accettare comunque ed a qualsiasi costo perché a questo è sotteso un finanziamento ed un “Metaprogetto” non finanziato».
Si tentano ora di risolvere, solo nel momento post-progettuale e solo a parole, con la prassi dei “pannicelli caldi”, le palesi criticità del tracciato in Sx Adige: gli abbattimenti di edifici in ambito urbano e gli espropri, l’ulteriore cesura dell’area cittadina a nord dello Scalo Filzi, le azioni incerte ed invasive sulle aree fortemente inquinate, le certe interazioni con il sistema delle sorgenti, lo spreco di territorio agricolo pregiato.
Obsoleto, quindi inefficace e non al passo con l’evoluzione del confronto sociale, il “non-sistema” di relazioni instaurato dagli Enti stessi con i cittadini, tardivo e lacunoso, sostituito – obtorto collo -dalle iniziative dalla Rete dei Cittadini, di alcune Circoscrizioni, dei comitati spontanei, con l’informazione offerta, dal 1° settembre 2021.
Un “non-sistema” che ha cercato ostinatamente soccorso solo nel Dibattito Pubblico, momento di confronto obbligatorio per Legge e non certamente frutto di un disegno pensato e coerente.
Un disegno che il cittadino si aspetta sia proposto e gestito in forma diversa ed in prima persona dai due livelli di governo più importanti della ns. provincia: la Provincia Autonoma di Trento ed il Comune di Trento in quanto co-firmatari, con RFI-Rete Ferroviaria Italiana, dei noti Protocolli del 2018 e 2019.
Ecco perché, concluso il Dibattito Pubblico, la Rete dei Cittadini rilancia con intensità la propria iniziativa, preso atto delle criticità espresse da RFI circa la proposta alternativa in destra Adige, peraltro senza alcuna analisi del certo possibile loro superamento con una progettazione più approfondita.
Saranno quindi individuate nuove soluzioni in Dx Adige da proporre in Conferenza dei Servizi (ove tutto viene deciso) e sarà, dato ulteriore impulso alla raccolta firme (ormai quasi 5.000) per la petizione riguardante la sollecitazione verso RFI, PAT e Comune di Trento per una “vera e produttiva” pausa di riflessione sul progetto e sull’unica alternativa in campo, quella proposta dalla Rete dei Cittadini.
«Vorremmo, anche per quanto sopra evidenziato – conclude la nota della Rete – che la difesa della nostra Autonomia speciale si concretizzasse in atti che la caratterizzano e la qualificano, anche nella specificità dell’approccio alla pianificazione del territorio e del livello delle relazioni sociali. Magari ricordandoci, almeno nel 50° anno dalla sua consacrazione, di coinvolgere attivamente tutti i cittadini nella conoscenza e nelle buone pratiche che dovrebbero essere ad essa incardinate. Quanto accaduto il 20 gennaio scorso ci ha detto che cosa fa l’Alto Adige e che cosa, almeno istituzionalmente , può cominciare a fare il nostro Trentino».
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