Trento
Minori: la commissione di indagine ha visitato due comunità socio-educative per adolescenti

Per ora il sistema trentino tiene, ma il numero delle domande di accoglienza rivolte alle strutture del privato-sociale del territorio provinciale in cui vengono ospitati adolescenti che per vari motivi non possono rimanere con le loro famiglie, è in continua crescita.
Come sono in aumento i ragazzi che in queste comunità socio-educative manifestano disturbi e problemi comportamentali e che hanno quindi bisogno anche di assistenza psicologica e neuropsichiatrica.
Ecco perché si avverte sempre più la necessità di una rete di servizi non solo sociali ma anche sanitari, che integri il ruolo delle pur eccellenti realtà provinciali del Terzo Settore di cui il Trentino in questo campo è dotato.
Realtà associative e della cooperazione che si occupano in toto di questi ragazzi, colmando sia i vuoti lasciati dai genitori con i quali, comunque, sono sempre in contatto per favorire il ritorno dei figli a casa, sia la solitudine di questi minori, dovuta al venir meno tanto di modelli adulti di riferimento quanto di punti di aggregazione sociale un tempo significativi per la loro crescita, come gli oratori.
Sono queste solo alcune delle considerazioni emerse ieri al termine della visita della Commissione d’indagine in materia di affidamento dei minori del Consiglio provinciale a due appartamenti – due “comunità socio-educative”, appunto – che a Trento accolgono adolescenti: la prima gestita dall’Appm, l’Associazione provinciale per i minori, in Viale dei Tigli; la seconda dalla Cooperativa Progetto 92 in Viale degli Olmi.
Al sopralluogo nelle due case, svoltosi mentre i ragazzi erano a scuola, è seguito un incontro con i responsabili dei due soggetti del privato-sociale nella sede dell’Appm in via Zambra, con i quali i consiglieri hanno potuto dialogare.
Per l’Appm c’erano il direttore, Paolo Romito e la responsabile pedagogica Stefania Valle (ad accogliere i consiglieri nell’appartamento c’era anche il coordinatore dell’equipe degli educatori, Alessandro Caldera), mentre la Commissione per la Cooperativa Progetto 92 era rappresentata dal direttore Marco Dalla Torre e dalla responsabile dell’area residenzialità Katia Marai (nell’appartamento l’educatore responsabile, Stefano Mosna).
Per la Provincia è intervenuta la responsabile degli inserimenti residenziali, Ivana Screti.
L’iniziativa ha permesso ai componenti presenti della Commissione – la presidente Mara Dalzocchio, Sara Ferrari (Pd), Denis Paoli (Lega), Katia Rossato (Fratelli d’Italia) e Luca Guglielmi (Fassa) – di conoscere meglio, dall’interno, l’attività e la situazione di questi attori del welfare trentino, e in particolare le esperienze e i problemi dei minori ospitati, anche per quanto riguarda i rapporti con l’ambiente e le famiglie.
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