Italia ed estero
Affossato al Senato il ddl Zan: stop definitivo alla legge grazie a Lega e Fratelli d’Italia

L’Aula del Senato ha approvato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due astenuti le richieste di Lega e FdI di non “passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan”, la cosiddetta tagliola.
Si blocca dunque l’iter in Senato della proposta di legge, che era stata già approvata dalla Camera. La presidente del Senato Elisabetta Casellati in mattinata aveva dichiarato ammissibili le richieste di voto segreto presentate da Lega e Fdi sul ddl Zan per il contrasto all’omotransfobia.
Ad affossare la legge sono stati anche oltre venticinque franchi tiratori, cioè rappresentanti dei partiti di maggioranza favorevoli al ddl che hanno votato contro: i sospetti principali del Pd e dei cinquestelle sono rivolti ai renziani.
La Casellati aveva accettato la richiesta del non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan, appunto la cosiddetta ‘tagliola’, in base al Regolamento e in base ai precedenti, spiega. “Ci sono due proposte di non passaggio agli articoli a firma Calderoli e La Russa: il Presidente ritiene ammissibili queste due richieste di votazione segrete in base al regolamento e ai precedenti” spiega la Presidente. “Non si usi un trucco procedurale per sfuggire al confronto, non si mandi la legge al macero”, l’appello di Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay.
«La bocciatura del Ddl Zan è una vittoria per la democrazia, la libertà di opinione e di coscienza e la libertà educativa delle famiglie italiane. Abbiamo sventato il lavaggio del cervello di milioni di bambini nelle scuole italiane da parte degli attivisti Lgbt». Lo dichiara il presidente di Pro Vita & Famiglia Toni Brandi commentando l’approvazione (154 favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti) in Senato della mozione di non passaggio al voto degli articoli del Ddl Zan presentata dalla Lega e da Fratelli d’Italia, mozione che riporta il Ddl in Commissione Giustizia e di fatto ne paralizza i lavori sine die.
«Siamo orgogliosi del ruolo centrale svolto dalle campagne di Pro Vita & Famiglia in Italia contro il Ddl Zan, attraverso petizioni, manifestazioni di popolo, un documentario, la presenza mediatica e la voce sempre presente contro ogni censura» aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus. «Tra i senatori – conclude la nota di Pro Vita & Famiglia – ha prevalso il senso del bene comune. Oggi abbiamo vinto tutti perché tutti gli italiani hanno il diritto di esprimere le proprie libertà fondamentali e di pensarla in modo diverso dal solito mainstream pro Lgbt»
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