Val di Non – Sole – Paganella
Abbandono selvaggio dei rifiuti durante la raccolta delle mele. Il comandante della Polizia Locale Alta Val di Non: «Serve un cambio di mentalità»

Sacchetti pieni di immondizia indifferenziata, pacchetti di sigarette spesso estere, barattolame e soprattutto lattine di birra e alcolici.
Il periodo della raccolta delle mele è ormai praticamente terminato, e anche quest’anno, puntualmente, si è assistito a un aumento consistente di rifiuti abbandonati nei pressi di cassonetti o cestini, lungo le strade, sui rami degli alberi e nelle scarpate, spesso lanciati direttamente dalle auto.
Episodi di questo genere, purtroppo, si verificano tutti gli anni durante la “coidura” (e anche nel periodo del dirado) in alta Val di Non. Ma non solo: la problematica riguarda un po’ tutta la valle delle mele.
Come spiega il comandante della Polizia Locale Alta Val di Non Diego Marinolli, con ogni probabilità i rifiuti provengono quindi dai raccoglitori, ai quali vengono dati lavoro e alloggio, ma forse non viene spiegato come funziona la raccolta rifiuti o non vengono forniti i bidoni per il conferimento delle immondizie. Conferimento di cui dovrebbe occuparsi l’agricoltore ospitante.
«Effettivamente tutti gli anni, in questo periodo, si assiste a un aumento del fenomeno dell’abbandono selvaggio di rifiuti, soprattutto da parte dei raccoglitori stranieri a cui evidentemente non vengono fornite le indicazioni né gli strumenti per conferire correttamente le immondizie – sono le parole del comandante della Polizia Locale –. Si trova di tutto, principalmente pacchetti di sigarette, bottiglie di birra e alcolici, oltre al rifiuto secco e umido».
A causa di pochi irrispettosi, dunque, il costo di recupero, differenziazione e corretto smaltimento va a carico dell’intera comunità e impegna naturalmente gli operai comunali e provinciale nel ripulire le scarpate.
Nei Comuni, tra l’altro, è possibile ritirare dei sacchetti prepagati per il conferimento dei rifiuti domestici, pensati proprio per questi momenti. «Un servizio che risulta praticamente inutilizzato – rivela Marinolli –. Ovviamente deve essere il datore di lavoro a occuparsene e a non lasciare soli questi raccoglitori, perché non possono fare altro che arrangiarsi e, anche qualora avessero le più buone intenzioni, non possono conferire nei vari centri raccolta. Diciamo che è necessario un cambio di mentalità da parte del mondo agricolo, per evitare questi spiacevoli fenomeni che riguardano, anche sotto l’aspetto turistico oltre che igienico-ambientale, tutta la valle e non solo l’alta Val di Non».
I controlli e le multe, infatti, si rivelano insufficienti per arginare questi episodi incresciosi. «Non si tratta di limitarsi alla sanzione quella volta in cui fortunosamente o casualmente si riesce a identificare l’autore – conclude il comandante – ma si deve creare una rete di servizi e buona volontà per evitare questo scempio».
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