Trento
SFT di Romagnano, continuano le punizioni alle Lavoratrici: chi sbaglia lavorerà senza retribuzione. La Cisl e la Cgil insorgono

A pochi mesi di distanza dallo sciopero indetto dalla Fai Cisl e dalla Flai Cgil nel magazzino ortofrutticolo S.F.T. (Società Frutticoltori Trento) per motivi legati al mancato rispetto dello Statuto dei Lavoratori da parte del Responsabile Risorse Umane, le due sigle sindacali si ritrovano costrette ad accendere i riflettori su un nuovo ed eclatante caso di gestione del personale in stile “dittatoriale”.
«Nei giorni scorsi l’Azienda ha subito una contestazione da parte di un Cliente con il ritorno del prodotto venduto perché non conforme all’ordine. La Direzione, grazie ai strumenti di tracciabilità della lavorazione di ogni singolo ordine, è riuscita a risalire alla linea e quindi alle donne che hanno lavorato il prodotto. Fin qui tutto regolare, il problema grave è il seguito» – riferiscono Katia Negri Segretario Generale della Fai Cisl (nella foto) ed Elisa Cattani Segretario Generale della Flai Cgil
Durissime le parole della due sindacaliste: «la Direzione Aziendale, in barba delle norme contrattuali e soprattutto fregandosene delle Leggi, agisce come nei peggiori ghetti dove pavoneggiano i caporali, decidendo in autonomia la punizione per le otto donne che hanno “sbagliato” il carico» (ammesso che siano loro le responsabili).
E ancora: «In una Azienda “nomale”, dove c’è il rispetto dei Contratti Collettivi e delle Leggi, qualora si ritenesse responsabile un Dipendente di un fatto grave o comunque che ha in qualche modo leso l’andamento aziendale, la Direzione, nel rispetto della legge 300/1970 contesta l’addebito per iscritto dando la possibilità al Lavoratore di motivare e/o difendersi dalle accuse facendosi eventualmente assistere del Sindacato.
A seguito di risposta scritta l’Azienda può non ritenere sufficiente le motivazioni e opta per la sanzione, dando comunque la possibilità al lavoratore di difendersi nelle opportuni sedi. Alla S.F.T. dopo aver provato ad usare questi strumenti “legali” con esito disastroso perché impreparati su modi, termini e tempistiche, hanno deciso in autonomia di modificare lo statuto dei lavoratori optando per un homemade system pericoloso e vietato dalle normative nazionali di riferimento».
Secondo la ricostruzione dei sindacati alle otto Lavoratrici, senza dargli la possibilità di parola e di impugnare la sanzione, la Direzione per punirle le ha costrette a timbrare la fine del turno alle ore 15:30 di giovedì 21 ottobre 2021 per ritornare a lavorare immediatamente fino alle 17:00 senza retribuzione.
«Le domande che ci poniamo sono molte – roseguono Negri e Cattani – il Direttore crede di poter far lavorare le Dipendenti SFT senza retribuzione? Se fosse successo un infortunio a una di queste donne? Come tiene traccia del prodotto lavorato se riesce a mandare in linea di lavorazione lavoratrici tecnicamente assenti? Esiste un registro per i lavoratori tecnicamente assenti? Ma la Società Frutticoltori Trento ne è a conoscenza? I Soci cosa dicono? E l’ufficio sindacale della Federazione Trentina della Cooperazione appoggia questa linea?»
I sindacati ora attendono delle risposte, «non possiamo più tollerare neanche un ulteriore singolo caso di maltrattamento e di punizioni vessatorie nei confronti delle Dipendenti, siamo pronti a proclamare nuovamente lo stato di agitazione qualora non venissero riconosciute queste ore di retribuzione alle otto lavoratrici. Se la S.F.T. si dissocia da tali comportamenti, prenda seri provvedimenti nei confronti della Direzione!» – conclude la nota della Fai Cisl e della Flai Cgil
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