Trento
Caso Sara Pedri, gli ispettori: «Tateo vessava i medici». Claudio Cia: «Ora deve pagare chi sapeva e ha taciuto»

Nella giornata di oggi il Corriere della Sera ha reso noto alcuni passaggi della relazione degli ispettori del ministero sul caso «Sara Pedri» la ginecologa, scomparsa probabilmente suicida, che lavorava presso il reparto di Ginecologia dell’ospedale santa Chiara di Trento.
Gli occhi sono puntati sull’ ex primario, Saverio Tateo demansionato e spostato in altro reparto dopo gli approfondimenti fatti dalla commissione della Provincia autonoma di Trento.
L’ispezione dei Nas e gli ispettori inviati dal ministro Roberto Speranza tracciano purtroppo un racconto drammatico del clima che si respirava in reparto che comunque era un’ eccellenza sanitaria.
Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, gli ispettori in tre giorni a luglio avrebbero sentito numerosi operatori sanitari, analizzato gli spazi e le attività, visionato i registri delle presenze e le cartelle cliniche. Da questo lavoro attento sarebbe emerso un totale “scollamento tra l’attività professionale e il carattere del primario”.
Per il ministero, infatti, il reparto è di “eccellenza, non risulta alcun evento avverso e la stessa qualità delle cure è elevata”. Le pazienti poi parlerebbero di Tateo come di un “uomo meraviglioso”.
Ma le audizioni dei colleghi e del personale raccontano un’altra verità. I funzionari chiariscono come dal reparto salga una “vera e propria richiesta di aiuto e di intervento per l’atteggiamento vessatorio” che il professionista avrebbe avuto nei confronti di altri medici.
Le carte riferiscono di “episodi di mobbing e di ostruzionismo sul lavoro”. Il primario avrebbe “insultato i colleghi anche davanti ai pazienti e li avrebbe esclusi dalle sale operatorie, con un’evidente mortificazione per i professionisti”.
Il documento riportato dal Corriere racconta anche di orari extra richiesti ai medici che però poi rimanevano a fare nulla. Tutta questa situazione sarebbe stata denunciata più volte negli anni dai medici agli organi competenti che però avrebbero fatto cadere nel vuoto le richieste di aiuto.
Poi la scomparsa di Sara Pedri il 4 marzo avrebbe rotto il silenzio e messo in moto la macchina delle verifiche. Accuse contro Tateo e la sua vice che hanno spinto l’azienda a rimuovere i due professionisti.
Dopo le informazioni diffuse dal Corriere è intervenuto Claudio Cia consigliere provinciale di Fratelli d’Italia che parla di «colpe e responsabilità che devono ricadere su quanti sapevano ma hanno taciuto”
Il consigliere ricorda come la vicenda della scomparsa della ginecologa Sara Pedri somiglie per molti aspetti a quanto era accaduto ad una funzionaria dell’Apss che nel 2015 aveva sottratto alla stessa circa oltre due milioni di euro, e che era stata successivamente condannata in via definitiva al risarcimento per circa tre milioni di euro. In questa vicenda lei fu l’unica a pagare, mentre chi avrebbe dovuto vigilare – e non lo aveva fatto – si vide attribuire addirittura un avanzamento di carriera.
«Se quanto riportato nella relazione dagli Ispettori del Ministero sul caso Tateo corrisponde al vero – spiega Claudio Cia – diviene evidente che le responsabilità e le colpe debbano ricadere anche su tutti coloro che sapevano (compresa l’Apss nelle sue figure dirigenziali e di coordinamento), ma che per qualsiasi motivo con le loro azioni od omissioni hanno preferito cucirsi la bocca di fronte a comportamenti tanto odiosi avvalorando la tesi secondo cui la qualità di un reparto si basa esclusivamente sulla casistica e sui freddi numeri anziché sulle relazioni interpersonali e la qualità della vita lavorativa di tutti i professionisti».
«Interessante sarebbe poter conoscere il contenuto integrale della relazione degli Ispettori del Ministero. Non mi sorprenderebbe se dalla lettura di questa, emergesse che gli stessi Ispettori abbiano colto ed evidenziato anche questo aspetto di non poco conto. Vedremo» – Colcude Cia
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