Politica
Vice presidenza consiglio: nulla di fatto, le minoranze escono dall’aula e fanno mancare il quorum

La seduta pomeridiana di ieri del Consiglio si è aperta con il punto della sostituzione del vicepresidente del Consiglio all’ordine del giorno da mesi.
Alex Marini, esponente di 5 Stelle, in apertura, è intervenuto per proporre la sua candidatura. Dopo una serie di riunioni separate tra i consiglieri di minoranza e di maggioranza, al rientro in aula la capogruppo Pd ha affermato che il suo gruppo rimane coerente all’idea che nessuno può fare il vice a un presidente considerato non adeguato al suo ruolo.
Il consigliere di Futura Paolo Zanella pur giudicando il candidato degno di entrare in ufficio di presidenza, ha condiviso la posizione Pd: nessun vicepresidente per un presidente ritenuto inadeguato anche per la vicenda giudiziaria che lo interessa.
L’esponente di Onda Civica Filippo Degasperi ha detto di aver sempre ritenuto che dietro gli attacchi all’Ufficio di presidenza ci sia la ricerca di una poltrona. Perciò anche lui si è accodato alla posizione della capogruppo Pd.
De Godenz ha detto di non considerare l’auto candidatura. Un consigliere leghista, proponendo la sua candidatura, ha affermato che dopo 13 mesi dalle dimissioni del vice la minoranza continua con una commedia inaccettabile e ridicola.
Un disco rotto che non sfiora il presidente che rimarrà al suo posto fino all’ottobre 2023. Il presidente c’è, ha continuato, anche se non piace alla minoranza. Stessa posizione di un altro esponente leghista, che ha però apprezzato la candidatura del consigliere 5 Stelle che almeno ha avuto il coraggio di smuovere le acque.
Ha poi difeso il presidente Kaswalder che non è stato condannato definitivamente. Infine, ha definito vergognosa la posizione della minoranza.
Il rappresentante di Azione Ugo Rossi ha ricordato che nonostante l’assenza del vice il Consiglio e l’Ufficio di presidenza hanno potuto operare normalmente. Non si è perso neppure un minuto o un giorno.
Alex Marini ha dichiarato la non partecipazione al voto perché ha presentato un ricorso alla delibera di nomina dei componente dell’Autorità delle minoranze. Tutti i consiglieri della minoranza, tranne 5 Stelle (che non ha votato), sono usciti dall’aula e quindi è mancata la presenza dei due terzi dei consiglieri in aula, cioè 24, richiesti dal regolamento per l’elezione del vicepresidente.
Comunque, due sono stati i candidati: l’esponente di 5 Stelle e uno della Lega. La votazione a scrutinio segreto si è comunque svolta ma, come previsto, non si è raggiunto il quorum.
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