Valsugana e Primiero
L’importanza di portare cultura e bellezza nei luoghi, Pieve Tesino e la sua festa

Il modo migliore per ammirare il piccolo borgo di Pieve Tesino è quello di recarsi innanzitutto al Giardino d’Europa Alcide De Gasperi e all’Arboreto del Tesino, non un semplice parco, ma un giardino botanico specializzato per alberi e arbusti, prati e fiori, nato dall’idea di un gruppo di professori dell’Università della Tuscia di Viterbo che fin dal 1991 opera nel paese dove ha sede il Centro Studi Alpino.
L’Arboreto del Tesino (14 ettari) è situato a circa 800 metri, un ambiente da vivere e luogo di meditazione con il labirinto zen, un piccolo stagno con ninfee, passerelle e percorsi guidati nel bosco che invitano a trascorrere un paio d’ore all’aria aperta, immersi nella natura.
Questo luogo ameno invita il visitatore a rivolgere lo sguardo alla chiesa di San Sebastiano e Fabiano edificata nel 1479, che si erge lassù sul colle omonimo, non distante dalla chiesa gotica dedicata a Santa Maria Assunta, consacrata dal vescovo Fontejo di Feltre nel 1184.
Sono trascorsi 140 anni dalla fondazione della prima “Società di Abbellimento e Imboschimento” a Pieve Tesino e proprio in questo piccolo borgo nel 1881 nasceva il grande statista Alcide De Gasperi.
Grazie all’intuizione dei “perteganti” (dal nome del bastone a cui si appoggiavano nei loro lunghi viaggi in cerca di acquirenti) o meglio commercianti di stampe che viaggiavano attraverso l’Europa e non solo, sorge l’idea di migliorare esteticamente il panoramico Colle di San Sebastiano costituendo un comitato per favorire la sosta dei forestieri, i primi turisti che spesso accompagnavano i commercianti al loro rientro nel paese natìo.
Ma occorre attendere quasi mezzo secolo per il cambio di denominazione in Pro Loco (1925); Pieve Tesino diventa la prima Pro Loco d’Italia.
Per festeggiare il 140° anniversario diversi eventi hanno animato la vallata e la città di Trento, tra gli appuntamenti culturali sabato 4 settembre 2021 si è svolta in mattinata la visita al paese di Pieve Tesino con la guida dei beni culturali ecclesiastici Maria Avanzo Marchi.
Nel pomeriggio alla presenza dei sindaci dei comuni Tesini e un folto pubblico, è stata inaugurata la mostra curata dalla stessa Maria Avanzo, che ha ripreso un ricco e inedito allestimento del 2006 realizzato in collaborazione con l’ex-bibliotecario Mariano Avanzo e il prof. Ervedo Giordano dell’Università Tuscia di Viterbo (deceduto nell’aprile 2021).
Punto di ritrovo dei partecipanti proprio davanti alla sede della Pro Loco di Pieve Tesino, un edificio donato dalla famiglia Rizzà che ricorda l’attività dei venditori di stampe a San Pietroburgo, un lavoro che richiedeva anche un’analisi mirata di ciò che si poteva vendere in base alle esigenze del posto.
Fino al 1918 l’Impero Austro-ungarico teneva in grande considerazione la quindicina di minoranze linguistiche in Europa, al punto che tutti i documenti consultati in archivio sono in lingua italiana, questo fattore ha reso più agevole la ricerca storica.
Ma i perteganti come erano diventati venditori di stampe? Inizialmente erano pastori (circa 90.000 pecore producevano una lana molto ricercata e di qualità) e nei loro viaggi di ritorno si fermavano a Bassano d/G, qui due fratelli avevano aperto un emporio che vendeva loro attrezzi e utensili.
Dall’attività iniziale il passo successivo è stato quello di vendere pietre focaie e poi stampe e immagini sacre.
Il racconto di Maria Avanzo Marchi (ex vicepresidente della Pro Loco) è sempre appassionante e ricco di aneddoti; camminando lungo il corso principale del paese arriviamo in piazza Maggiore, tutta pavimentata a ciottoli e al centro l’elegante fontana ottagonale del ‘400 rinnovata nel ‘700.
Sulla piazza si affaccia Casa Pellizzaro-Carestia dei venditori di stampe in Olanda e Francia, in quel palazzo i Remondini di Bassano grandi produttori di stampe avevano aperto il magazzino per il rifornimento dei Tesini che nel ‘700 viaggiavano in Europa, Russia e poi oltre Oceano come ambulanti.
E’ merito dei fratelli Pietro e Baldassarre Pellizzaro ad aver dato vita alla società di Abbellimento e Imboschimento a Pieve Tesino.
A fianco il porticato quattrocentesco del vecchio Municipio sotto il quale si riunivano i capifamiglia per prendere le decisioni più importanti sulle sorti della Comunità, un’insegna descrive la tradizione veneta della Pria del Bando.
Tra gli edifici storici ricordiamo Casa Avanzo Marchi con il negozio dismesso, Casa Granello-Gioseffi e Casa Buffa-Giacantoni.
Un tempo coloro che non avevano moneta sonante per comprare stampe da vendere, impegnavano campi e stalle, poi al ritorno riscattavano le loro proprietà. Ma non sempre l’attività andava bene. Nella cassela (contenitore con la tracolla) erano contenute le stampe e un catalogo da mostrare agli acquirenti.
Dopo anni di lavoro l’obiettivo dei commercianti di stampe era quello di ritornare a Pieve Tesino, lasciando il negozio e l’attività che avevano aperto nelle principali capitali europee agli “apprendisti”, ragazzini spigliati e vivaci che a volte appreso il mestiere diventavano titolari della bottega o negozio.
Raggiunto il Museo Alcide De Gasperi e Museo Per Via, risaliamo lungo la strada che porta alla chiesa, nell’ex edificio scolastico ha sede il Centro Studi Alpino – Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, in dotazione una foresteria e una piccola cucina per gli studenti.
Nel paese di Pieve si contano 12 fontane dislocate in piazzette e slarghi (incrociamo quella dei Serpenti, al Capitello e una fontanella di granito) e quattro colmelli; Ribba, Broccati, Angara e Grotto.
L’Albergo al Sole era stato aperto nel 1884, prima dell’Albergo Tesino (con 24 stanze) dotato di sala di lettura e ogni comfort, frequentato nel 1885 dai turisti dell’aristocrazia russa e inglese dell’epoca.
Cafè, tè, chocholat, aria salubre, piacevoli e lunghe passeggiate, di giorno la temperatura è mite… queste alcune descrizioni tratte dai documenti storici della mostra.
Tra le osterie citiamo quella Ai due Leoni (ora Caffè Centrale) inoltre negozi e numerosi servizi pubblici: posta e telegrafo, farmacia, asilo, banda musicale, banca, Vigili del Fuoco, caseificio, scuole e una delle prime Officine Elettriche, che forniva energia elettrica fino a Levico Terme.
Giacomo Daziaro contribuiva al funzionamento del servizio scolastico con lezioni di francese, tedesco, disegno, musica, storia della natura e agricoltura.
Sul Col Danè, terreno di uso civico nel 1990 è stato realizzato un campo da golf con 9 buche, mentre due sono le passeggiate a ridosso del borgo (Santa Maria e Fernanda Rio) insieme alla strada dei Perteganti che si spinge fino al capitello del Passo Forcella, punto di saluto degli ambulanti alle loro famiglie.
La visita guidata prosegue fino a raggiungere l’imponente Chiesa di S. Maria Assunta, che un tempo valeva anche per Castello e Cinte. Una descrizione particolareggiata mostra ai visitatori le caratteristiche della bellissima chiesa arcipretale del 1184, la sacrestia, il Battistero dove è stato battezzato lo statista De Gasperi e le lapidi esterne, il campanile e l’aneddoto della croce-galletto.
La casa di riposo “Piccolo Spedale” e poi dall’alto si intravede Villa Daziaro, l’imponente e maestoso edificio costruito dai due fratelli Daziaro, che erano riusciti a far fortuna vendendo stampe speciali all’alta nobiltà russa e allo zar, ogni anno spedivano denaro da distribuire alle famiglie più povere di Pieve.
Oltre al patrimonio immobiliare, rimane una raccolta di 4700 stampe e un catalogo della loro produzione; nel 2013 era stata organizzata una mostra con 70 stampe al Castello del Buonconsiglio di Trento, che ha riscosso un successo di pubblico oltre le aspettative e 60.000 visitatori.
Attraverso una gradinata arriviamo alla sommità del Colle di San Sebastiano con le statue di S.Francesco e S.Antonio, importanti lavori di sistemazione e pulizia del bosco hanno reso il luogo particolarmente ameno e ben visibile dalla vallata.
Nel pomeriggio visitiamo con la guida Maria Avanzo l’interessante mostra dal titolo: “Pieve Tesino al tempo di De Gasperi 1880-1885”.
Importanti documenti testimoniano l’attenzione che i commercianti dell’epoca, viaggiatori in Europa e nel mondo, ponevano nel cogliere innovazioni da trasferire al loro paese.
La celebrazione del 140° anniversario della nascita della prima Pro Loco d’Italia attribuisce un importante significato ai pionieri Tesini, Pieve Tesino nel 1881 era vivace, attiva e particolarmente generosa nel contribuire all’abbellimento di chiese, edifici e luoghi di rilevanza naturalistica.
Grande era la partecipazione sociale e culturale alla vita di Pieve (compreso Don Giuseppe Chini il primo laureato), nasce una nuova mentalità legata al turismo da parte di una società formata da commercianti ed emigranti.
31 pannelli suddivisi in sezioni raccontano un percorso di ricettività, attività agricole e allevamento, certificazione alimentare (1885) per la carne dei maiali allevati a Pieve, boschi, ambulantato, salute (anche allora c’erano le pandemie e il lazzaretto era posto alla Forcella per fermare i contagi), servizi di acquedotto e fontane, illuminazione e istruzione di grande livello.
Cultura e bellezza da preservare per le future generazioni insieme al ricordo di un’epoca davvero eccezionale vissuta dalla gente tesina.
La cultura è il tema centrale che ha permeato anche altri appuntamenti sul territorio della Bassa Valsugana, in particolare l’incontro di mercoledì 25 agosto nella splendida location di Castel Ivano con Marino Sinibaldi, autore e conduttore radiofonico, già direttore di Rai Radio3.
“La cultura per vincere la paura” è il titolo dell’ultimo evento dell’Agosto Degasperiano 2021 Su sentieri incerti – dove il relatore (Presidente del Centro per il libro e la lettura) ha offerto spunti interessanti sulla sua idea di Cultura basata su tre concetti:
– cultura come enorme deposito di cose belle e intelligenti che parlano al nostro cuore, attraverso gli strumenti della lettura e dell’ascolto, da trasmettere alle nuove generazioni
– cultura come educazione alla complessità del mondo, delle cose e dell’essere umano
– cultura come attenzione alla necessità di prenderci cura (non solo in ambito sanitario).
In questi tempi difficili la paura determina sfiducia, i legami umani si frantumano, ne deriva solitudine in famiglia e nel lavoro. La liquidità della paura si è concentrata intorno all’evento pandemia, che stiamo affrontando da 18 mesi.
Ecco che la cultura accetta la complessità degli uomini e ascolta (non solo lezioni e concerti), implica anche uno spazio di ascolto delle ragioni altrui.
E’ salutare lasciare sempre un piccolo spazio a tutti, dire la verità e creare occasioni per un dibattito aperto, informato per far emergere idee e opinioni.
Leggere, ascoltare e conversare educano a saper affrontare la complessità. Il pensiero deve essere lungo e largo, affinando discipline e competenze per allenarsi all’incertezza.
Nel saggio dal titolo “Un millimetro in là– Intervista sulla Cultura”, l’autore afferma che qualcosa si può fare per diminuire quel senso di inedito.
E’ sempre accaduto qualcosa nel tempo e nello spazio, storia e geografia ci offrono strumenti per dare uno stimolo all’azione.
Leggere e ascoltare servono a darci forza e rendono più consapevoli, perché tutte le generazioni producono cultura.
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