Trento
Chiesa di san Lorenzo a Trento, le immagini shock: inietta la droga a una giovane ragazza incinta

Ammettiamolo! Le foto sono piuttosto forti e lasciano l’amaro in bocca e un pizzico di rabbia. Sono state scattate pochi giorni fa a Trento, per la precisione presso la Chiesa di san Lorenzo dalla parte della stazione, luogo tristemente famoso per la frequentazione di spacciatori e tossicodipendenti.
Nelle foto sono raffigurate scene di ordinaria e purtroppo giornaliera follia. Molte altre abbiamo deciso di non pubblicarle.
Uno spacciatore che inietta la dose giornaliera ad una ragazza giovanissima incinta e due giovani ragazzi ridotti a zombie che appartati cercano lo sballo quotidiano
Malgrado l’informazione, prevenzione e repressione sempre più massicce, forse anche per reazione, oltre alla strapotenza del mercato clandestino, il fenomeno non si è fermato nè accenna ad arrestarsi: ormai Trento convive con la droga lo sarà così fino a che qualcuno non interverrà in modo massiccio sulla prevenzione e sullo spaccio.
A Trento peraltro la mappa dello spaccio di droga si allarga sempre di più. L’ultima indagine portata a termine dalle forze dell’ordine ha evidenziato che sono aumentati in città i punti di smercio degli stupefacenti. Oltre alla solita piazza Dante e dintorni, ora gli spacciatori hanno scelto anche la zona delle Albere, il parco Santa Chiara e piazza Venezia per spostarsi velocemente anche in Corso Buonarroti e nelle zone di Trento Nord.
L’offerta di droga ai giovanissimi avviene soprattutto alle fermate degli autobus e nei pressi delle scuole e si sviluppa tra i giovani indipendentemente dalle condizioni sociali.
L’Italia è fortemente coinvolta dall’epidemia di peste tossica: secondo statistiche riportate dall’Express, sarebbe al primo posto in Europa come numero assoluto di tossicodipendenti assistiti dalle strutture pubbliche, seguita da Francia e successivamente da Gran Bretagna, Germania e Spagna.
Secondo i dati più recenti l’Italia è al secondo posto nell’uso di sostanse stupefacenti leggere, che di leggero non hanno più nulla se non la percezione del rischio. Quattro milioni e mezzo di persone, tra i 15 e i 64 anni, hanno consumato negli ultimi dodici mesi almeno un tipo di droga tra cannabis, cocaina, eroina, droghe sintetiche, nuove sostanze psicoattive.
Un mercato miliardario che ingrassa le tasche e i conti correnti di bande quasi sempre straniere che riportano tutti i proventi negli Stati di provenianza, arricchendoli a discapito della nostra povera Italia che invece continua ad impoverirsi.
L’eroina, nonostante sia lo stupefacente che causa ogni anno il maggior numero di decessi a livello nazionale per intossicazione acuta è la sostanza che continua ad avere un buon mercato.
Nel 2019 i denunciati in Italia per traffico di eroina sono stati 3.448 con una incidenza percentuale degli stranieri di poco più del 58% (2.020), in prevalenza di nazionalità nigeriana (624), tunisina (452), marocchina (231), albanese (150) e pakistana (96)
Attualmente la droga più diffusa nei Paesi dell’Unione Europea è la cannabis. Si stima che ogni anno sia stata consumata da circa 30 milioni di persone di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.
Quasi 90 milioni di cittadini europei hanno assunto tale sostanza almeno una volta nella vita: di fatto più di un quinto della popolazione europea. La seconda droga più consumata è la cocaina che ogni anni viene usata da 4,5 milioni di persone nei paesi dell’Unione Europea. Negli ultimi anni la produzione di cocaina nei paesi dell’America Latina è aumentata e dai sequestri effettuati dalle forze dell’ordine si è anche appurato che il suo grado di purezza non era così alto da almeno dieci anni.
E’ in costante aumento l’uso di droghe tra gli adolescenti, ma i servizi pubblici e le comunità terapeutiche non riescono ad intercettare questo bisogno inespresso, e sempre più sommerso, delle dipendenze giovanili.
Il mercato degli stupefacenti è cambiato diventando sempre più capillare sul territorio, con costi delle droghe sempre più bassi e dall’inizio dell’epidemia Covid c’è una nuova forma di approvvigionamento, quella dei siti web. Tante nuove sostanze illegali hanno affiancato le tradizionali, ma i servizi territoriali sono rimasti gli stessi con pochi fondi per la prevenzione, una legge che risale al 90 e poi modificata nel lontano 95 e senza strumenti adeguati per aiutare questi ragazzi visto che il sistema è basato ed è rimasto “ingessato” sulla figura dell’eroinomane.
Secondo i dati ufficiali relativi al 2019, si parla di quasi un milione di ragazzi che hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze illegali, pari ad 1 ragazzo su 3 tra quelli che vanno a scuola tra i 15 ed i 19 anni.
Ma gli operatori sul campo spiegano che il fenomeno è in continuo aumento e l’età si è abbassata sempre più arrivando a coinvolgere quelli che sono in realtà poco più che dei bambini ed hanno tra gli 11 e i 14 anni. I servizi pubblici attualmente esistenti hanno “carenze importanti” ed “enorme difficoltà” perchè sono pochissimi i giovani che vanno nei centri spontaneamente.
Su 300mila persone che si rivolgono ai servizi pubblici per dipendenze legate al consumo di sostanze stupefacenti meno del 10% ha un’età inferiore ai 25 anni. Dunque la fascia degli adolescenti è rimasta schiacciata tra i piccoli e gli adulti e soggiogata anche dalle sostanze legali: alcool, analgesici oppiacei, benzodiazepine ed altri psicofarmaci che vengono assunti in mix.
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